Sport, per genitori.

Stamattina alle 8,30 dobbiamo essere in campo a quaranta minuti da casa. E’ una giornata speciale. Il torneo dei tornei della regione. Le finali si giocano a Losanna la domenica dopo. Non può mancare il sostegno dei genitori. Le premiazioni sono verso le 17.00. Le squadre mangiano insieme alla buvette. Gli accompagnatori dieta. Non sono ammesse droghe neanche a bordo campo. Non ci sono né spalti, né panchine. In piedi tutti. Il meteo dà temporali.

Contemporaneamente dobbiamo essere in spiaggia a bordo lago, grigliata delle esploratrici. Meteo lo stesso. E’ il nostro turno merenda per tutte, non possiamo mancare.

Non so ancora cosa farà il figlio adolescente, immagino non potremo mancare.

I prossimi fine settimana sono tutti così. Pizza con la squadra di calcio. Finali se siamo selezionati. Novant’anni del gruppo scout. Caccia al tesoro di compleanno delle amiche gemelle, ricordarsi il regalo. E menomale che scappiamo tre giorni a Milano.

Niente di nuovo, in Italia era peggio. Un ritmo di feste e gran finali che toglieva il fiato, ma scaldava anche il cuore.

Contemporaneamente si è aperta la stagione scelta delle attività per l’anno prossimo. Anzi qui si è già chiusa e noi siamo in ritardo.
Abbiamo i soliti problemi:

– come conciliare il calendario di tre figli, che anche se possono andare da soli agli allenamenti, poi devono essere accompagnati a tornei, gare, regate?

– come trovare un’attività per i più grandi, che faccia loro del bene anche se non hanno alcuna intenzione di fare agonismo?

Come diceva mia nonna di certo sono fastidi grassi, cioè non sono veri problemi. Ce ne si può fregare, i ragazzi fanno bene la ginnastica a scuola, forse basta quello.
A giugno lo penso sempre, poi mi figuro davanti i lunghi pomeriggi invernali in cui per non sapere cosa fare si beccano l’un l’altra, o rischiano di imbambolarsi davanti a qualche schermo, le infinite discussioni sulla necessità di impegnarsi per raggiungere un risultato, di come l’allenamento serva sempre per qualsiasi cosa. Oppure vedo la schiena di mio figlio maggiore che si allunga ogni giorno come il bambù e ha bisogno di muscoli per star diritta.

Allora mi imbarco di nuovo alla ricerca del magico incastro, ma sempre con l’impressione che ci sia qualcosa che non funzioni e che a giugno saremo punto a capo.

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