12. La vita sospesa

FQCP-logo-sitoCom’è finita una ragazza che in testa aveva la Rainbow Warrior a fare un blog che si chiama Faccio Quello Che Posso?

è successo che quando il suo bambino ha occupato tutti i suoi sogni, la ragazza che non poteva stringerlo tra le braccia, ha capito che di dolore si impazzire.
Si è riconosciuta in quelle donne che rubano i bebé dalle carrozzine al supermercato.
E si è ricordata della mamma del suo cane Argo a cui la pastora Pierina aveva portato via i cuccioli.
Tutti tranne quello che lei bambina aveva scelto.
La povera cagna Lisa si aggirava per gli alpeggi disperata in cerca dei suoi piccoli.
E la bambina, che non sapeva che scegliendo avrebbe decretato la morte dei fratellini di Argo, si sarebbe ricordata per sempre di quello strazio da madre.

Sapeva quindi che nulla l’avrebbe salvata dalla follia, se non stringere tra le braccia un bambino suo.

La sua vita era sospesa, non c’era più Rainbow Warrior all’orizzonte, solo restare sana di mente, e per farlo doveva fare un bambino.

Ma le cose raramente vanno come vorremmo.
E il suo giovane marito, a cui in pochi mesi si era capottata la vita, non era pronto a fare una famiglia.
Soprattutto ora che la sua di famiglia, quella d’origine a cui era indissolubilmente legato, era stravolta da una disgrazia che riempiva ogni spazio.

Così la ragazza, da sola, si era messa a lavorare per la sua salvezza.
Era stato un lungo viaggio, aveva percorso molte strade.
Doveva ritrovarsi. Perdonare il proprio corpo che non aveva saputo salvare la vita. Venire a patti coi suoi sogni. Fare i conti con la paura.
Ci aveva messo cinque anni. Aveva studiato molto. Scavato in fondo al suo dolore. Imparato a fare pozioni. Danzato fino allo sfinimento per ritrovare la gioia del corpo. Imparato la via della pazienza, del piacere, della precisione.

E alla fine non era più una ragazza, ma una donna, e una madre.

 

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