Mi sono presa del tempo.
Ho scritto poco, letto molto, dormito circa.
Dalla presentazione del cinque febbraio sono passati ben dieci giorni.
Nell’ultimo anno non ero mai stata una settimana senza scrivere qui.
Sentivo sulle spalle la responsabilità di tenere il fuoco acceso, la porta aperta, per accogliere chiunque avesse voglia di fermarsi a raccontare.
Poi vi ho incontrati, eravate tante e tanti, più di quanti abbiano ancora scritto su FQCP.
Siete venuti in un piovosa domenica mattina, grandi e piccoli, ed è stata subito festa!
E quando io faccio festa è sempre un tornado.
Anche stavolta che non ho organizzato io.
E’ come se la mia energia si spargesse nell’aria e tutt’intorno a me diventasse un ciclone di imprevisti e probabilità.
Cominciano ad accumularsi ostacoli inimmaginabili, e fino all’ultimo secondo rischia di andare tutto alla rovescia.
Col tempo ho imparato a non disperare, avanzo con la barra dritta attraverso pronto soccorsi, treni che si rompono, diluvi universali, portandomi al seguito tre figli e due gatti, ché ancora non si è data occasione in cui partissi leggera.
Poi per qualche strana alchimia della mia vita, le cose trovano un loro equilibrio, i treni arrivano in stazione, i figli si aggiustano, e con un po’ di flessibilità i programmi vanno in porto.
Anzi spesso rivelano esiti inattesi, belle sorprese. A ricordare che gli imprevisti fanno paura, ma non sono per forza male.
Così ecco prima una libreria piena di Faccio Quello Che Posso, un amico recente che si rivela socio perfetto.
(siete dappertutto anche in ascensore! ha detto un adolescente orgoglioso arrivato in anticipo).
Poi una casa della nonna, e un ciclone di amici, parenti, animali, mucchi di bambini che dormono accatastati sul pavimento perché non sanno decidere chi sta sul letto di sopra, vino, succhi, pizza molta, mozzarella di più, chiacchiere, abbracci, febbre, vomito, compagni di scuola miei, compagni di scuola dei miei figli, amici della mamma, vicine di casa di quando ero piccola, amici expat che tornano apposta…. e nel mezzo, io, stordita e sorridente, un po’ brilla.
Non so se in tutto questo mi sono presa l’influenza, le premesse c’erano, ma comunque la settimana scorsa non connettevo.
Il mio circo quotidiano non si poteva fermare, così ho spento solo la testa solo un po’.
Mi sono letta due romanzi, per me sempre la cura migliore.
Perché invecchiando ho imparato che quando tutto gira è meglio che io stia ferma.
Ora che sto riaccendendo i contatti mi accorgo che è tutto vero.
I libri sono in libreria.
Gli amici me ne danno notizie da tutta Italia isole comprese e collegi esteri.
Le calamite sono Missing In Action.
Le recensioni sui blog mi commuovono, il bookbreakfast è da capogiro, le interviste poi non parliamone, è arrivata anche la carta stampata, per ora con poche righe su un settimanale molto letto, ma c’è altro in preparazione.
Le sorprese non sono finite, e per un bizzarro concorrere di eventi, ( a noi i normali non piacciono) tra pochissimo tornerò ad avere uno studio tutto mio, che si meriterà un post apposito.
Quindi non ho più scuse.
Tocca mettersi al lavoro e far succedere cose belle.
Una di queste di sicuro e scoprire almeno un pochino, cosa stanno facendo con l’album i bambini che se lo sono portato a casa.