Lei se fosse rimasta in Italia starebbe cominciando gli esami di terza media.
Lui se fosse rimasto in Italia starebbe rischiando qualche materia a settembre.
Per tutti la scuola sarebbe già finita.
In casa si patirebbe il caldo.
All’orizzonte tre mesi senza sveglia.
Invece qui, nell’ordinata Confederazione, la scuola prosegue fino a fine mese, in un turbinio di attività sportive, di spettacolo, ricreative, che fanno molto soffrire il fratello minore che si perde il meglio dell’anno, perché a casa convalescente. Niente compiti, i voti sono finiti, ma la sveglia rimane alle 6,30.
Lei sostiene di essere stata promossa, ma la madre malfidente aspetta comunicazione ufficiale. Intanto però ha accettato in via preventiva l’unica richiesta:
– Ma visto che sono promossa, posso leggere tutti i libri che voglio? Mi compri almeno quattro romanzi sul kindle? E posso cucinare una torta?
C’è stata solo una flebile negoziazione sulla qualità dei romanzi e sul luogo della lettura, che non può essere sempre chiusa a letto, ma deve prevedere pause in giardino per prendere un po’ d’aria e sole, anche se si corre il rischio d’incontrare qualche insetto.
Ma per il resto c’è poco da lamentarsi se questo è il suo programma delle vacanze. Una volta messo in chiaro che l’assenza di compiti ufficiali, non significa che ci possiamo permettere di non studiare latino, tedesco e francese, altrimenti l’anno prossimo sono dolori, per il resto che legga pure.
Certo se continua a farci una torta al giorno potremo avere dei problemi con la prova costume, per ora una al limone e una al cioccolato.
Lui invece sta affrontando due settimane d’esame, le più dure della sua vita. Cinque scritti e cinque orali. Quattro lingue diverse, per fortuna anche la sua.
In cima al suo metro e ottantacinque i capelli crescono a vista d’occhio, scomposti e arruffati sembrano lo specchio dei pensieri.
Da sud sono arrivati i rinforzi.
Dopo l’incidente che ci ha scioccati tutti, la nonna è tornata ogni fine settimana, e quando sono cominciati gli esami ha detto:
– Non ho fatto il biglietto di ritorno. Vediamo come vanno gli orali.
Insieme a lei è arrivato tutto il suo sapere, amici vicini e lontani si sono prodigati per parafrasare e interpretare sonetti e poemi francesi dal medioevo a Baudelaire.
Il gruppo di sostegno a distanza sta assumendo le proporzioni della curva sud, ma con la levatura di un simposio accademico.
Si ripete a ogni ora, inseguendo il fresco tra il giardino e la cucina. Si scopre che la rima baciata francese non è la stessa che in italiano, che A B B A è chiamata rima piatta, che gli alessandrini sono i versi più comuni della poesia francese, e noi fino a un anno fa non sapevamo che esistessero.
Quando prova ad abbattersi, minacciamo di andarlo a sentire a scuola, tutte vestite di nero con anche il fazzoletto in testa, cornetto rosso, e mandolino.
Ora bisogna proprio che sia promosso.
Perché con tutto l’amore del mondo, io comincio proprio a sentirmi pronta a vederlo partire.
Perché va bene che siamo emigrati, e per tutti è stato come ricominciare da zero, ma ora, con tutto il bene che gli voglio, sono sicura che starà meglio un po’ più lontano da noi.