In giro si sprecano consigli per genitori di adolescenti, richieste di consigli da genitori di adolescenti, adolescenti che consigliano genitori di adolescenti, insegnanti che criticano genitori di adolescenti, genitori che accusano insegnanti di adolescenti.
Il primo libro che ho letto in materia era di Jesper Juul, mi era piaciuto il suo approccio pragmatico dei testi precenti. Nell’introduzione diceva all’incirca così:
In adolescenza raccoglierete quello che avete seminato nei primi dieci anni di vita di vostro figlio, inutile affannarsi dopo.
Mio figlio maggiore aveva appena compiuto undici anni.
Ho chiuso il libro e ho pensato: Allacciamo le cinture di sicurezza!
In realtà oggi che sono nel mezzo del concentrato di adolescenza che più adolescente non si può, un figlio maschio che sta per compiere sedici anni, una ragazza che poco prima ne compirà quattordici, un quasi novenne che da quando ne ha due si attribuisce l’età del fratello, più che ad allacciare le cinture, penserei a mettermi comoda in poltrona, come al cinema.
Un cinema dove però oltre a guardare, si può anche fare un po’ di tifo.
Ma in cui si smetta di giocare da protagonisti e ci goda lo spettacolo.
Perchè mi sa che la mossa più difficile sia farsi un po’ da parte.
Mollare la presa e restare da soli a gestirci le nostre ansie sul loro futuro e sull’ora del rientro.
Stare a guardare mentre prendono le loro sacrosante musate. E non correre con il citrosil e i cerotti, ma stringere i pugni con la convinzione che sapranno rialzarsi e leccarsi da soli le ferite, e che farlo li renderà ogni volta più forti.
Una volta fatta la mossa, scartato di lato e lasciato libero il palcoscenico, lo spettacolo che possiamo goderci dalla prima fila è meraviglioso e ha moltissimo da insegnarci.
Perché é come un concentrato di vita, un riassunto in cui tutto va più veloce e più intensamente, come se qualcuno schiacciasse il tasto FFD del telecomando.
Le due, tre, freccine verso destra fanno succedere in settimane quello che a noi adulti succede in mesi, in giorni quello che a noi richiede settimane.
A guardare bene possiamo scorgere il filo di cambiamenti che nella nostra vita non vediamo, perchè impiegano ere geologiche.
E forse quella che a noi sembra la velocità folle dell’adolescenza è solo un modo sano di lasciarsi alle spalle cose inutili e guardare avanti verso la vita.
A me sembra l’altro ieri che ci siamo trasferiti in Svizzera, non ho ancora finito di mettere a posto le mie cose, non mi sento ancora a casa mia. Ancora coltivo la mia nostalgia. Non riesco a decidermi fino in fondo a restare qui, mi sento in prestito, lo faccio per i miei figli, di me non so cosa sarà.
Per questo ho sicuramente dato troppa corda alle paturnie del mio adolescente. Mi è sembrato normale che per lui fosse più difficile che per gli altri, lo dicevano tutti, e io lo capivo benissimo. Ci crogiolavamo insieme nel nostro dispiacere e non lo lasciavamo andare.
Poi quest’estate ciascuno per proprio conto abbiamo capito che era ora di mollare, voltare pagina.
E lui è partito come un razzo.
A me è bastato pensare che avrei fatto bene a farmi un po’ da parte, magari anche scrollandomelo di dosso se necessario.
E lui ha cominciato a regalarmi un nuovo film.
È sceso dalla nave del suo campo scout e niente era meglio del suo campo scout, stava già organizzandosi per passarci un mese e mezzo l’estate dopo.
Ha inziato la nuova scuola e tutto sembrava lì per compensare le sofferenze degli anni passati.
L’avevano trattato da straniero?
Ora in classe lo svizzero è uno solo, gli altri rappresentano il resto del mondo.
Lo avevano escluso dai gruppi whapp?
Ora il telefono cinguetta tutto il tempo e già il primo sabato lo hanno invitato a vedere una partita di basket.
I suoi compagni non sapevano neanche cosa fosse il D-Day (ha una leggera fissazione per il cinema e la storia che rasenta l’0ssessione per i conflitti mondiali)?
Nel nuovo liceo il martedì a pranzo c’è il corso facoltativo sulla guerra nel cinema. Nell’aula magna guardano un film una settimana e lo commentano quella dopo, iniziano con Apocalipse Now.
Si lamentava di come gli svizzeri sorvolano sulla storia del resto del mondo?
Ora ha un ricercatore universitario come professore di storia.
Dalla seconda elementare non aveva un buon rapporto con le insegnanti di matematica?
Ora il nuovo professore è un giovane che ha lasciato l’estate scorsa gli scout dopo vent’anni di servizio, per dedicarsi alla famiglia e all’insegnamento, ha dato il primo giorno il suo indirizzo email dicendo che preferisce gli scrivano tutti i loro dubbi, piuttosto che fingano di aver capito.
Passa a scuola otto ore al giorno, esce contento, torna stravolto ma felice.
E io non so se sia la fortuna che è girata, se sono io che ho mi sono fatta da parte, lui che ha cominciato a sorridere, o un famoso allineamento planetario favorevole agli scorpioni.
Ma guardarlo passare da tanta infelicità a tanta felicità nel giro di poche settimane, mi fa venire voglia di darmi una mossa anche io, più di qualsiasi percorso motivazionale.
Quest’anno troverò anche io una nuova scuola.