Si sa settembre, insieme a gennaio, è il mese delle risoluzioni e dei buoni propositi.
Per me questo è l’anno towanda .
Ma prima di prendere a sportellate un maggiolone nel parcheggio del supermercato, e di raggiungere i 140 kg di Kathy Bates, ho preferito fare un classico piano d’azione:
- delegare i pranzi dei miei figli: tra mensa, picnic e scambi di figli dovrebbe essermi rimasto in carico solo il mercoledì.
- usare il tempo così guadagnato per lavorare e non per i mestieri: indispensabile uscire di casa con loro altrimenti il demone della lavatrice mi cattura.
- non usare il tempo così guadagnato solo per lavorare, ma aumentare le ore di attività fisica.
La mia meravigliosa serata di yoga vista lago dà dipendenza, e ora non mi basta più. L’insuperabile maestra Jacqueline fa lezione in un’antica scuderia, trasformata dalla nobile e anziana padrona di mezzo villaggio, in una spettacolare sala di meditazione con grandi finestre affacciate su lago e colline. Lo spazio è dedicato solo a corsi che si concilino con l’armonia dell’universo e di sicuro ciò contribuisce alla longevità della proprietaria.
Purtroppo però i corsi sono pieni, così anche se so che non troverò niente di altrettanto ispirato, mi sono vista costretta a cercare altrove, ché inutile che mi racconti che andrò a correre, qui fra una settimana inizia il gelo mattutino e non avrò mai il coraggio. Me la sono già raccontata per due anni.
Devo iscrivermi a un corso, assumermi un obbligo verso qualcuno che mi faccia sentire in colpa se non vado.
Detto fatto, ho scoperto che in quanto partner ho diritto alla carta d’accesso al magnifico centro sportivo universitario.
Qui si dice partner, perché siamo aperti e democratici e quindi nelle condizioni di partecipazione si dice che se la categoria C sono i professori e i dipendenti, nella categoria E ci sono tutti i partner o membri della famiglia, padri, madri, sorelle, fratelli, che condividano lo stesso domicilio e lo possano provare.
Quindi ora non mi resta che acchiappare la mia sfuggente prova , tra un’ora di lezione e una di esami, e portarlo in orario utile alla segreteria del centro sportivo, pagare un’iscrizione che costa un terzo della mia palestra milanese, e poi mi si aprirà un mondo di possibilità. Quindi ho aggiunto un punto alla mia personale lista: - Passare più tempo possibile al centro sportivo universitario e provare ogni genere di corso. Solo alla categoria wellness ci sono dieci cose diverse. Alla voce danza trentadue corsi dalla classica a kzomba (?), passando per hip hop, flamenco, e ballo da sala. Ma non mi fermerò neanche davanti a sports individuels, compreso paracadutismo, e sports de combat, potrei provare kendo o capoeria, ma non escludo kobudo(??) o boxe. Poi mio figlio potrebbe scoprire che c’è anche calcio e sarei finita.
Questo ovviamente potrebbe essere d’ostacolo ai punti successivi della mia lista, tipo: - prendere il C2 di francese entro la fine dell’anno.
- finire uno dopo l’altro i vari progetti avviati l’anno scorso.
- avere tre figli promossi.
- una casa splendente.
- ricondurre la terra di nessuno che ho fuori dalla finestra in sembianza di giardino, affrontanto anche il bambù.
- finire di sistemare lo studio di Milano e metterlo a reddito.
- leggere coi ragazzi i classici della letteratura italiana, che mi stanno diventando troppo francofoni.
- incrementare la vita sociale sul posto, che non è detto che gli amici stiano per forza solo a sud.
- frequentare più assiduamente il mio parrucchiere che non mi posso vedere, e magari anche un centro estetico ogni tanto.
Ma tutto questo dovrà attendere perché io tra due ore entro nel magico mondo degli sport universitari. Towanda.