Da qualche mese mio figlio minore ha maturato una passione per Calvin e Hobbes.
Di tutti i fumetti possibili, non possiamo lamentarci della preferenza per un personaggio che secondo il suo autore deve il nome al filosofo del sedicesimo secolo, che credeva nella predestinazione.
Grazie al signor Bill Watterson poi, Calvin ha accanto il buonsenso di Hobbes un altro filosofo del secolo successivo. Il che rende le sue monellerie davvero filosofiche.
A voler sottilizzare, per il signor Watterson, Calvin e Hobbes sono degli alterego, la liberazione cartacea di istinti ribelli a cui il fumettista non ha mai ceduto; mentre per il nostro giovane lettore l’identificazione è totale e l’imitazione dietro l’angolo.
L’amore a prima vista è scattato alla scoperta che Hobbes è una tigre di peluche, per lui che dorme da sempre con Pantèra si è trattato di un segno.
La battaglia del passato di verdura è stato poi il sugello, anime gemelle unite contro la tirannia, la conferma di una passione alimentata da prestiti in biblioteca, regali della nonna, eredità del fratello, per cui non c’è ostacolo linguistico che ci fermi, e fra poco la produzione del caro Bill non sarà più sufficiente.
Ma la maestra L. che la sa lunghissima, ha in serbo per noi altre sorprese.
–Mamma sai che oggi abbiamo inziato a leggere in classe il Petit Nicolas?
–Oh, che bello tesoro, ti è piaciuto?
–Sì mamma, è bellissimo, fa delle cose fantastiche!
–Già, sì, mi ricordo.
–E poi abbiamo fatto teatro, cioè la maestra ci ha divisi in piccoli gruppi e dovevamo leggere un pezzettino e poi preparare la scenetta.
–Ah, bene, immagino che tu sia andato bene.
–Sì, infatti, la maestra mi ha fatto i complimenti, ha detto che assomigliavo tantissimo, e non sembrava neanche che stessi recitando.
– Eh, sì, appunto, bravissimo. Magari possiamo guardare insieme il film, tu non l’hai visto vero?
– No, ma la maestra ce lo vuole fare vedere in classe, ha detto che le è piaciuto tantissimo, si è scorticata dalle risate!
Ecco appunto, sempre santa la maestra L., e lungi da me obbiettare contro così buone scelte letterarie, ma qui ci manca Giamburrasca e siamo al completo.
Prima che mi scortichi io dalle risate sarà il caso di iniziare una lettura che ne so, magari del libro Cuore, o forse Remi, La casa nella prateria, quella bella letteratura per l’infanzia dove i bambini erano sottomessi e sofferenti, in attesa solo dell’abbraccio consolatore della mamma scomparsa.
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