Questa fine d’inverno è stata attraversata da una folata di morte.
Le persone che se ne sono andate, con cadenza settimanale, erano anziane o molto malate, non possiamo lamentarci più di tanto, con quel che sta succedendo nel mondo.
Ma il passaggio delle morte richiede ai vivi di fermarsi un attimo, farle spazio, cambiare programmi, ricordarsi che della vita non hanno controllo.
E così questo weekend mi sono ritrovata, ancora una volta, sola coi miei ragazzi, e la situazione non era assolutamente sotto controllo.
I programmi avrebbero previsto che io fossi contemporaneamente a due giornate scout diverse, ma non avevo la macchina e diluviava. Uun lupetto lamentava malesseri vari e necessità di stare a letto, dopo aver fatto il test finale inoppugnabile :”allora non vai neanche alla partita?” e avere ricevuto risposta affermativa, ho rimesso le armi e ho annunciato:
–Va bene, stiamo tutti a casa, fa freddo e piove. Però si fanno compiti e pulizie, che la casa è un disastro e dobbiamo anche fare gli scatoloni.
Poi ci ho pensato un attimo, davanti al mormorio delle truppe, che preparavano la resistenza a me ben nota, ho aggiunto:
–Preparatevi da subito, perché ci sono da fare dei mestieri schifosi e sono tanti, ce ne sarà per tutti, quindi non provate neanche a fare i furbi e a giocare allo scaricabarile!
-Bleah! Schifosi?? Ma tipo cosa?
–Tipo pulire benissimo il gabinetto, svuotare tutte le pattumiere e lavarle, lavare il frigorifero completamente che non ci possiamo certo mettere dentro la spesa che porterà babbo martedì, smontare e pulire a fondo il filtro della lavapiatti, che è un’esperienza altamente pedagogica.
–See, e in che senso?
–Nel senso che sono stufa di ripetervi di vuotare bene i piatti prima di metterli da lavare, e sono sicura che se pulirete voi il filtro della lavapiatti vi accorgerete meglio di cosa succede quando lasciate tutti i pezzettini di cibo, e di sicuro la volta dopo ci farete meglio attenzione. Si chiama memoria tattile.
–Bella roba!
–Bella roba sì, quindi tu che sei alto, svuoti e pulisci il frigorifero. Tuo fratello ti aiuta.
–Noo! Io in cucina non lo voglio neanche vedere, lui è solo dannoso. Non aiuta e mi fa venire il nervoso.
–E io non voglio che tu parli così di nessuno, tanto meno di tuo fratello piccolo. Comunque va bene allora tu che sei più piccolo passerai l’aspirapolvere in basso, sui gradini della scala, mi raccomando gli angolini e le ragnatele. E tu signorina se non ti senti bene puoi occuparti di montare e riempire gli scatoloni in sala e quando la lavapiatti ha finito ti toccherà il filtro.
Da quel momento la giornata e proseguita a balzelloni, accompagnata da una colonna sonora di bleah, ahhrg, e un potente sottofondo di aspirapolvere che il più piccolo maneggiava con baldanza e destrezza in stile spada laser.
–Mamma! Ti ho aspirato le mutande!
–Fantastico, grazie, e ora?
–Naa, va beh, le ho salvate proprio in tempo, è che sei così disordinata….
–Senti un po’ tu, allora facciamo che d’ora in poi io metto via per prima la mia biancheria e spolvero camera mia, mentre voi sistemate tutto il resto.
–Mammaaa! Questa fa la splendida perché ha pulito il filtro pensa di non fare niente altro!
–Senti era la cosa più schifosa della mia vita!
-Beh allora, diciamo che hai una vita fortunata, fai uno scatolone di DVD intanto, almeno stai lontana dai tuoi fratelli e non litigate.
E tu non potresti fare una pausa con l’aspirapolvere?
–Il presidente lo saaaaa!!! TUNF TUNF TUNF, Presidente operaio, Presidente comunistaaaa!!
–Ma cosa gli hai insegnato!?
–Ma come mamma! Sono i MCR, non li riconosci, glieli abbiamo fatti sentire in macchina. Sono le basi, io lo sto crescendo bene. Sei tu che hai creato un mostro con quell’aspirapolvere, è un’ora che canta e aspira!
–Tanto adesso lo mando a farsi una doccia e poi lo connetto in video con la nonna che gli fa sentire la radiocronaca della partita, almeno sta fermo per novanta minuti. Anzi, tu, vieni sul lettone che mentre senti la partita dividi questa biancheria pulita.
–Eh no eh! Sai cosa ti dico: STOP ALL’INVASIONE!
–Tu a quello gli fai vedere troppi telegiornali. E qui in frigorifero c’è un bruco.