Oggi Faccio Quello Che Posso compie due settimane e io mi sto montando la testa.
In così poco tempo sono successe un sacco di cose belle, più di quanto potessimo immaginare, quindi il primo sentimento è di gratitudine. Sotto sotto sta già cominciando a montare un po’ d’orgoglio e non so se questo è un bene, ma andiamo avanti.
È successo che ci avete scritto e letto in tanti, siete venuti a trovarci su Facebook, avete commentato raccontando le vostre storie o addirittura commentando quelle degli altri (lo scambio è già iniziato quindi!), avete intervistato i vostri bambini accettando di esporvi alle loro critiche impietose, avete risposto alle nostre domande, vi siete messi in gioco e tutto questo sembra esservi piaciuto!
Noi dietro le quinte abbiamo addirittura già cambiato template, così finalmente i temi compaiono in prima pagina e si può agilmente saltellare tra i post, e stiamo preparando un sacco di altre sorprese, altre storie si aggiungeranno alle nostre, e speriamo altre ancora arriveranno.
Sono felice di aver avuto il coraggio di seguire un’intuizione e orgogliosa che già le prime risposte mi dicano che ho fatto bene.
C’è bisogno di luoghi in cui i genitori e magari anche i figli, possano raccontarsi, confrontarsi, confortarsi quando serve e riderci sopra il più possibile.
Faccio Quello Che Posso non è proprio un luogo vero è solo uno spaziettino nel web e per quanto io mi impegni a renderlo gradevole e accogliente, – ci ho messo anche le mie tappezzerie – sarà sempre esposto ai quattro venti.
Ma a me piace fare squadra e più che mai ora mi sembra necessario, quindi l’esposizione è un mezzo, per raggiungere il fine di allargare la rete del passaparola e diventare una grande gioiosa squadra di genitori – e figli- che fanno quello che possono e lo raccontano.
Ho sempre davanti agli occhi l’immagine della coperta patchwork che ha dato il via a tutto.
I tasselli sono le nostre storie di genitori, le infinite forme della felicità, i mille modi di fare famiglia, i buchi neri della sofferenza, le magie dell’organizzazione, i miracoli della conciliazione, i trucchi in cucina… e noi con FQCP li cuciamo insieme.
Allora da quelle che erano solo microstorie, importantissime per i singoli ma sconosciute ai più, viene fuori una grande coperta colorata, in cui tutti i frammenti formano un unico disegno trovando un senso che va al di là di ciascuna esperienza o almeno raccontando una Storia condivisa.
Ecco l’ho detto, ho le visioni.
Ma io quella grande coperta colorata la vedo davvero e ogni commento, racconto, intervista che in queste due settimane ci avete regalato, è un primo tassello, ci vorrà pazienza per cucirli tutti, ma sento che ne vale la pena, e poi muoio di curiosità di vedere come va avanti.
Grazie a tutti,
domani prosegue l’inchiesta, Come vorresti i tuoi genitori nel 2016?, domenica abbiamo ancora una recensione, e poi via per un’altra settimana.