Avendo scelto di vivere in campagna, possiamo decidere di fare un salto al bosco o lungo il fiume molto più facilmente e di frequente di quando vivevamo in città.
Passeggiando nel verde, respirando profondamente, ascoltando i rumori che s’incontrano, vicino e lontano, sì, ci si sente più in equilibrio con la natura e con noi stessi e allora appena possiamo usciamo, stiamo all’aria aperta, insieme.
Domenica, con il sole, abbiamo deciso di mangiare più tardi e, nelle ore più calde della giornata, fare una passeggiata.
Eravamo solo noi con i due figli più piccoli che hanno preferito seguirci con la bici.
C’incamminiamo lungo il sentiero che costeggia il fiume, ci fermiamo alla prima sosta, vicino a un vecchio mulino con una piccola diga ancora attiva, c’è un’area attrezzata con una passerella che ti permette di arrivare vicino all’acqua.
Noi siamo catturati dai raggi di sole tra gli alberi, dall’airone che spicca il volo, invece, in un attimo, i ragazzi sono alle prese con una camminata in equilibrio sul corrimano della passerella.
Fantastici!
Li osserviamo, uno dei due riesce senza problemi a percorrerlo tutto, è concentrato, respira, calmo fino alla fine, l’altro l’ha presa come una sfida, vuole essere il più bravo, arrivare prima, ma cade, più volte.
È scoraggiato ma non demorde, soltanto che continua ad affrontarla con la rabbia che lentamente ha preso il sopravvento.
Non ascolta i nostri consigli di non guardare l’altro ma di respirare e seguire il proprio ritmo, il proprio equilibrio, fino a quando cade, male, e un colpo al torace ferma la sua corsa.
Appuriamo che non c’è nulla di grave,
“Respira Manu, respira…tranquillo, senza paura”.
Ora, che la paura è passata, il dolore si è attenuato,
“Osserviamo cosa è successo.
“Ma io, ma lui, uffa…”
“Calma, non c’è nessun lui, osserva solo come hai affrontato la tua prova.
Sei abituato a essere sempre quello che nell’arrampicarsi riesce più facilmente, la scimmietta di casa, ma oggi, forse, avevi bisogno di imparare una lezione nuova e per farlo arrivano le prove da superare”.
Manu mi ascolta, ora in silenzio.
“Le prove non sono gare ma esperienze da osservare per farne tesoro.”
“Non si può essere sempre i primi, sempre i migliori. Forse era ora, per te, di accettare i tuoi limiti ed essere felice per un traguardo raggiunto da un altro .”
Ci abbracciamo, tutti insieme e ripartiamo.
Lasciamo il fiume, prendiamo una strada che sale, velocemente ci porta in alto, tra i campi, vigneti e cascine sparse, il panorama è meraviglioso.
Finita la salita la fame arriva. Così, correndo, torniamo a casa un po’ più affamati e arricchiti di prima.