Un commento

  1. Luigi

    Anch’io ho scoperto da tempo la comodità del libro digitale. Adesso poi che vado su e giù per l’Italia, si tratta di una necessità, che mi fa risparmiare in sedute dall’osteopata… E tuttavia pure io, dopo qualche mese dall’acquisto del mio primo Kindle – ormai sono trascorsi più di tre anni – ho dovuto concludere che il fascino della carta stampata è irresistibile. Vivo in simbiosi coi libri, al punto che la casa acquistata l’anno scorso, la cascina antica, ha dovuto subire preliminarmente un attento screening: doveva avere una stanza adeguata a contenere la biblioteca, non troppo umida, possibilmente affacciata a sud, sufficientemente luminosa… Uno degli indubbi vantaggi della mia separazione, è stato non dover più frequentare la mia ormai ex-suocera, che un giorno osò domandarmi stizzita cosa me ne facessi di tutti i miei libri! Il fascino del libro è la carta accarezzata dai polpastrelli, la carta che ingiallisce col tempo e invecchia assieme a noi; è la carta che sa di pomeriggi piovosi e di serate d’inverno accucciati sul divano e di pomeriggi estivi all’ombra del frutteto; sono le copertine che risuonano sonore sulle piastrelle quando il libro ti sfugge di mano, e paiono quasi ammonirti, ché il libro quando è fatto di carta, è come un essere vivente: va trattato con cura e attenzione.

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