A gennaio fresche fresche nel nuovo anno ci siamo avventurate a chiedere ai bambini che ci circondano, e che avevano voglia di rispondere, come avrebbero voluto i loro genitori nel 2016.
Ovviamente non si tratta di un campione, ma sicuramente per noi è molto significativo e le loro risposte ci hanno dato da pensare.
Ora non si possono certo trarre delle conclusioni universali, ma un paio di pensierini vale la pena di farli e un paio di intuizioni a Faccio Quello Che Posso sono venute.
Prima di tutto ci è piaciuto molto dare voce ai bambini, e sembra essere piaciuto anche a loro, anzi ci hanno proprio preso gusto.
Passato il primo secondo in cui si accertavano di poter veramente dire tutto quello che passava loro per la testa, sono sempre stati diretti e efficaci – non le hanno mandate a dire – ma anche toccanti, fantasiosi nelle loro richieste, delicati coi sentimenti e abili con le parole.
Quindi vorremmo continuare a dare loro voce e ci inventeremo altre occasioni prossimamente.
Secondo poi, ci sembra il caso di fare una miniriflessione sulle emozioni. Anche senza tirare in ballo i personaggi pixar, pare che la rabbia abbondi in tutte le casa, o almeno che i nostri figli ci vedano sempre troppo arrabbiati e di sicuro con pochissima pazienza. Ci piacerebbe capire perché ci arrabbiamo, se ognuno per i fatti propri o se ci sono delle ragioni comuni, e magari anche come possiamo fare a ricaricare la pazienza, come mi proponeva mio figlio quando aveva tre anni.
Partendo dalla rabbia vorremmo fare un piccolo pensiero sulle emozioni dei genitori, abbiamo il sospetto che la rabbia sia un po’ un paravento, o forse più un grosso e solido muro, e che dietro si nascondano svariate altre cose. E visto che la curiosità è l’anima più frizzante di FQCP, siamo davvero interessate a sbirciare dietro il muro.
Non possono mancare infine i ringraziamenti a:
Alessandro, Angel, Anna, Arturo,Caterina, Chiara, Corrado, Dominic, Elsa, Filippo, Karim, Margherita, Margherita, Matilde, Matilde, Mattia, Moahmud, Natalia, Olivia, Pietro, Raffaele, Rebecca, Sara, Stella, Tobia, e ai loro genitori e maestri che ci hanno fatto arrivare le loro parole.