Giugno è all’orizzonte. Ancora una settimana e ci siamo.
L’anno scorso sarebbero state giornate di panico organizzativo.
C’è il saggio di musica, la festa della scuola, l’uscita scout e la lezione aperta di danza da infilare in cinque giorni.
E poi?
Chi va a quale campo estivo?
Chi resta a casa, ma senza poltrire troppo?
Chi studia l’inglese? Dove?
Come riempiamo questi infiniti tre mesi di vacanza?
Quanto ci costa organizzare qualcosa di bello per tutti?
E invece siamo qui.
E per la prima volta da quando siamo emigrati sento tutto il vantaggio di averlo fatto.
Dopo quasi un anno in cui era la razionalità a dover tenere a bada la nostalgia, adesso è arrivato il sollievo.
Perché qui la scuola va avanti fino a fine giugno.
E poi si ferma per sette settimane.
Giusto il tempo di incastrare tre campi scout e due settimane al mare tutti insieme.
Il 22 agosto si ricomincia.
E non dovremo comprare i libri, perché ce li darà la scuola.
E neanche fare i compiti, perché non esistono.
Sette settimane di vacanza vera.
Pensavo che in casa ci sarebbe stata una sommossa all’idea degli amici in Italia a cui non suona la sveglia.
Ma quegli astuti degli insegnanti hanno organizzato un gran finale a cui mancano solo i fuochi d’artificio.
Il semestre finisce la prima settimana di giugno e vengono consegnate le pagelle.
Dopodiché è tutto un fiorire di attività, per tutte le età.
Per i più piccoli ho già ricevuto avvisi per quattro lezioni di nuoto, una corsa campestre su per i monti, un gita di tre giorni in uno chalet in cui pare le maestre cucineranno delle grigliate, li faranno scorrazzare per i boschi e dormire in grandi camerate tutti insieme.
I grandi hanno avuto il permesso di organizzare la festa di fine ciclo, l’anno prossimo cambieranno scuola, quindi il comune ha messo loro a disposizione una sala per festeggiare. Sono mesi che pianificano ogni dettaglio. Hanno scoperto che un insegnante di ginnastica è esperto di luci da discoteca e questo ha di molto alzato le aspettative sulla serata.
La professoressa di francese ha messo a disposizione del tempo a scuola perché insieme si occupino del budget, degli inviti, la progettazione grafica di manifesti e inviti, il controllo all’entrata, la musica, il cibo, le pulizie finali, tutto deve essere gestito da loro in autonomia, a dodici anni una bella prova.
E non abbiamo ancora cominciato a pensare a cosa indossare…
I grandissimi invece guardano tutto questo con distacco. Dopo il dieci di giugno andranno a scuola per una settimana a parlare del programma dell’anno prossimo, ci saranno gli esami ed è bene arrivare preparati. Poi forse potrebbero avere addirittura congedo se si comportano bene o proporre loro stessi delle attività da svolgere insieme, tanto loro sono quelli dell’ultimo anno.
A nessuno è venuto in mente che fosse meglio essere in vacanza, sono le settimane migliori dell’anno per essere a scuola.
E a me non sono costate un soldo, o quasi: per i tre giorni in chalet mi hanno chiesto 33 franchi, circa trenta euro, meno che se me lo tenessi a casa.
So che si stanno raccogliendo le firme per chiedere anche in Italia di prolungare la scuola di qualche settimana, contate su di me.