Un regalo inaspettato.

Il tempo passa, i figli crescono, diventano indipendenti, con interessi, amicizie non più filtrate dai genitori, in casa ci rimangono lo stretto necessario alla sopravvivenza: cibo e riposo.

E’ il caso dei nostri figli quando, se non hanno impegni sportivi o altro, finita la scuola, finito il pranzo, si catapultano fuori e si rivedono sotto sera appena il pensiero “compiti” prende spazio tra gli altri.
L’altro giorno, però, il più piccolo si ritrova a non avere amici liberi da impegni e i fratelli che lo rimandano a casa esprimendo la voglia di non averlo con loro.
Ci ritroviamo, così, in compagnia di un bambino arrabbiato, triste e con una voglia matta di diventare grande, grande abbastanza per poter restare nel “gruppo” di oggi e non a casa con i genitori.
Abbiamo un po’ di cose da fare, potremmo mettergli su un film e lasciarlo “sbollire” sul divano ma si esce!
Lungo il sentiero ci soffermiamo ad osservare come l’edera dal terreno è salita attorno alle piante che incontriamo, togliendo luce, aria, fino a farle morire.
Possiamo fare qualche cosa?
Nello zaino abbiamo sempre un po’ di attrezzi, forbici, guanti e così iniziamo a togliere l’edera attorno ad una pianta, facendo attenzione a non danneggiarla, senza fretta.
Dopo un po’, guardando Manu, m’accorgo che il suo sguardo è cambiato, accarezza i tronchi, li osserva in silenzio ed un respiro, profondo, esce.
Il tempo cambia, comincia a piovere e torniamo a casa dove ritroviamo i fratelli che curiosi fanno mille domande a cui Manu risponde fiero: “abbiamo salvato delle piante!”

Mi piace pensare che siano state le piante ad aiutare noi, a ritrovarci, a gustare il momento, a salvare quel presente che come un dono è arrivato inaspettato.

 

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