La mattina dopo il ballo la scuola ha dato il permesso di entrare un’ora dopo.
Ciò sommato a un appuntamento per vaccinazione del figlio maggiore, ha creato un ingorgo mattutino con classica coda al bagno.
Sono uscita di casa che sembravo vittima di choc post traumatico.
In più mi ero attrezzata per la pioggia, d’altronde non fa altro da mesi, e invece era la prima giornata di quasi sole tipo dal secolo scorso. A Milano capitava spesso che arrancassimo verso la scuola come sulle spiagge di Normandia nel D day, “ragazzi su avanti, un altro metro, fatelo per la bandiera“, qui mi ero abituata alla comodità che andassero da soli.
Così combinata sono andata al primo appuntamento con la pediatra.
Fin’ora non mi ero decisa a trovare un medico qui. Non ne avevamo avuto bisogno. E poi le loro vite dal primo vagito sono archiviate nello studio della nostra fantastica dottoressa Paola. Mi manca molto la frequentazione regolare del suo studio. Nessuno potrà sostituirla nel mio cuore. Con una telefonata quando serve e un controllo annuale durante le vacanze d’ottobre speravo di cavarmela.
Così per un anno ho negato la necessità di trovare un medico elvetico.
Ma prima c’è stata la telefonata dell’infermiera scolastica per ricordarmi di aggiornare le vaccinazioni dei ragazzi. Ho gentilmente risposto rassicurandola e poi rimuovendo la questione.
Poi la richiesta degli scout che prima del campo fossero vaccinati per la malattia portata dalle zecche.
Poi c’è il fatto innegabile che paghiamo un patrimonio di assicurazione sanitaria, che fuori dalla Confederazione ci rimborsa solo le urgenze, non i controlli dalla dottoressa Paola.
Non ultima c’è la mia difficoltà nel portare i bambini a fare la puntura.
Niente di ideologico, non sono del partito integralista anti vaccino, ma neanche dei fanatici vaccinatori per ogni raffreddore, io diffido.
Mi è bastato una volta in una sala d’attesa di prestigioso ospedale milanese, origliare di là dalla porta la presentazione del rappresentante farmaceutico, che magnificava i vantaggi per l’economia delle mancate assenze dal lavoro per influenza, se tutti si fossero vaccinati. Ero incinta e l’ormone alterato mi ha fatto visualizzare lì sul posto, schiere di bambini geneticamente modificati per diventare impiegati modello. Diffidenza alle stelle, faccio solo i vaccini considerati obbligatori.
Quindi conciata come una pazza, con impermeabile e stivaloni da pioggia, mi sono avviata ad affrontare la mia diffidenza incarnata dalla pediatra del paese delle multinazionali farmaceutiche, e ho accompagnato mio figlio maggiore a vaccinarsi.
Nella precedente conversazione telefonica la segretaria mi aveva chiesto se avessi un dossier medico dei miei figli. No. Perché sa già tutto la dottoressa Paola?!
Mi ha chiesto allora di portare, almeno, un certificato di vaccinazioni aggiornato, e già ho sentito il suo sospetto.
La dottoressa C. era giovane, carina e gentile, molto professionale. Lo studio immacolato accanto a un asilo nido, al primo piano di un palazzo nuovissimo, mica fessi gli svizzeri.
La dottoressa Paola non è giovane, è molto saggia, burbera se serve. Il suo occhio allenato e la sua mano esperta, alla prima visita, con in mano un esserino di dieci giorni, dicono cose varranno per la vita. Il suo studio è al piano terra di un vecchio palazzo milanese, le cartelle cliniche sono tutte compilate a mano da lei. Se un giorno mi avesse proposto delle pozioni magiche da lei preparate, non mi sarei stupita neanche un po’ e non avrei dubitato un secondo della loro efficacia.
Le nostre conversazioni sul colore di cacche, muco e secrezioni varie rimangono per me memorabili e hanno sempre portato alla rapida cura del malato di turno.
Non credo che avrò mai conversazioni del genere con l’efficiente dottoressa C.
I nostri certificati vaccinali non erano aggiornati.
Mancava un richiamo del tetano e… ZAC, fatto subito lì sul posto, senza discussioni.
Preso appuntamento per vedere il prima possibile gli altri figli.
– facciamo subito le vaccinazioni, e poi è necessario di sicuro un controllo.
Vista la mia mise, lo stato di aggiornamento dei vaccini e la mia incertezza su quali esantematiche avesse già fatto mio figlio maggiore, (son certa di varicella e scarlattina, e che non abbia fatto il morbillo, ma il resto è nebbia, tanto sa tutto la dottoressa Paola) mi aspetto al più presto una visita dei servizi sociali.