Ieri i social erano pieni di bambini italiani che cominciavano la scuola, duro colpo alla nostra nostalgia, non esserci ancora per un altro anno.
Ieri sera però qui c’erano le prime riunioni di classe, la scuola è iniziata da quattro settimane e già si possono fare i primi bilanci e parlare del programma.
Così per mettere a tacere quella vecchia canaglia della nostalgia, che pare vada d’accordo con la malinconia e insieme siano le madri dei peggiori vizi, non posso far altro che elencare i vantaggi dell’essere qui e non lì dove ci porta il cuore.
Una bella lista della gratitudine, di quelle che consigliano di fare tutti i giorni, così si educa il cervello a pensare positivo. E a furia di vedere il bicchiere mezzo pieno si diventa delle persone migliori.
Ci provo:
- Per tutte queste quattro settimane, i miei tre sono andati a scuola senza di me.
Non vanno più da soli, perché i due grandi ora vanno nella stessa scuola e alle h 7.18 ogni mattina si scapicollano giù dalle scale, scarpe in una mano, cartella nell’altra, capelli per aria, insieme. Il bus passa alle h 7.18 e non so come, ma fin’ora l’hanno sempre preso, insieme. Il piccolo ha tutto un suo complicato giro di accompagnamenti, per cui una mattina mi sono trovata alla porta mezza squadra di calcio, erano le h 8.00 e io non ero proprio pettinata, temo di averli spaventati. Raramente esce solo, comunque non ha più bisogno di me.
Di sicuro quest’autonomia in Italia non sarebbe così semplice. Un punto per il qui. - La nuova maestra L. ha accolto i genitori con dei dolcetti preparati in classe dai bambini.
Ha illustrato con precisione il programma dei suoi due anni, che saranno più impegnativi perché ha la responsabilità di prepararli alla settima, che è quasi come la prima media.
Poi si è rilassata e ha raccontato le peripezie che sta attraversando per trovare uno chalet dove portare i bambini per la settimana sulla neve, lei ci tiene molto, ma è il primo anno che deve organizzarla e tutti gli insegnanti di ginnastica hanno prenotato con tre anni d’anticipo, speriamo trovi una soluzione.
Il culmine della riunione è stato quando ha confermato la sua felicità nel festeggiare i compleanni in classe, ma per favore portate qualcosa facile da mangiare, non come quella volta che mi hanno mandato una torta gelato alle otto del mattino, in classe non c’è il frigorifero.
Diciamo che questa nuova maestra L. non scalzerà dai nostri cuori le nostre maestre italiane, ma è preparata, sportiva, energica e forse riusciremo a trovarla anche simpatica. - Nella nuova classe alla scuola dei grandi ho scoperto che: mia figlia tiene il banco a scuola come la scrivania a casa e per la vergogna mi sono messa a riordinare; è in ultima fila con una nuova compagna di origini italiane, la cui mamma l’adora pur avendola intravista una sola volta; con la suddetta compagna G., interagisce piuttosto bene, secondo le parole del simpatico insegnante di matematica, il che per ora non va male visti i primi voti, ma tutta questa interazione in ultima fila potrebbe non aiutare in quelle materie in cui un minimo bisogna fare attenzione; la professoressa d’inglese ha chiesto se avesse già delle nozioni precedenti, ho risposto che casomai per noi il francese potrebbe essere il problema, mi ha guardata stupita: perché non è francofona? E con questo, se penso che un anno fa non capivamo neanche le indicazioni per arrivare in classe, diciamo che l’orgoglio materno è a posto, – al padre ho temuto venisse un colpo -, e sicuramente è un punto a favore delle sofferenze dell’anno passato.
Oggi il professore di francese portava la nuova classe a un dojo dove tutti insieme, lui compreso, riceveranno un’iniziazione alle arti marziali, per rafforzare lo spirito di gruppo, potranno anche atterrarlo sul tatami. Fatico a immaginarmi una delle nostre preparatissime professoresse di italiano che si presta a tanta confidenza. - Il tempo in questo scorcio d’estate è indubbiamente bello, fresco di notte, gran sole di giorno e questo aiuta e dà speranza.
Bene diciamo che quasi settecento battute di pensieri positivi aiutano, e poi comunque il prossimo weekend torno a casa, tenetemi un po’ di sole, il parrucchiere mi ha già trovato un posto!