Certo che come inizio…
Nulla è più fertile per raccontare momenti di crescita come la scuola!
Ed eccoci qua! Primo giorno della quinta elementare dell’ultimo di tre.
Siamo seduti sul letto, perché oggi piove ed i vestiti scelti la sera prima sono leggeri ma forse è una scusa per allungare le coccole e trovare le parole che al momento giusto arrivano assieme ad una stretta al cuore.
In un attimo ho l’immagine di lui piccolo in classe e di tutte le mattine che tra lacrime e suppliche lo portiamo a scuola.
Lo abbraccio, non dico più nulla, di parole ne sono state usate tante, ora c’è solo la sua paura che ha preso il sopravvento ed io stringendolo rassicuro anche me.
Qualche giorno fa mi si avvicina e dice: “Quest’anno andrà meglio, ho imparato ad accettare la maestra”, lo guardo e vedo in questo piccolo uomo uno sguardo nuovo, ancora insicuro ma con la voglia di farcela ed è quello a cui questa mattina, rimettendo via i vestiti, mi attacco.
La scuola non è la vita ma una palestra di vita sì e quando un esercizio non viene, con la giusta calma, l’osservazione e l’accettazione dei propri limiti, ci si ritenta.
Sono usciti da poco, mi guardo attorno e dopo tre mesi di spazi pieni, c’è vuoto attorno a me e così mi ritrovo a raccontare di loro ad allungare ancora un po’ quell’attimo passato, ad osservarlo e con calma accettarlo.