– Dopo affollata riunione genitori, a cui noi abbiamo mandato in rappresentanza il fratello maggiore, il presidente del football club ha deciso di espellere il povero M. per comportamento antisportivo del padre. Non posso pensare le conseguenze formative sul bambino, ma ancora non sono in confidenza coi servizi sociali svizzeri e non posso fare la segnalazione.
– Da quanto riferito dal nostro emissario, la dichiarazione è stato accompagnata da una spiegazione degli obbiettivi formativi del livello F1, che a quanto pare non prevede la competizione, solo imparare il controllo palla. Non sarebbero previsti neanche i tornei, sempre secondo le indicazioni cantonali, ma si è scelto di far partecipare anche i nostri per farli divertire un po’. Ma vincere davvero non è importante, (mo’ vaglielo a spiegare). Quindi la strategia del gregge applicata dai nostri giovani allenatori è perfettamente in linea con gli obbiettivi cantonali. Era il deejay dell’anno scorso che sbagliava a farli lavorare sulle posizioni. Pare che nessuno dei genitori fosse d’accordo, ma mentre loro discutevano di competizioni sportive, io ho trovato più sano non perdere un’altra lezione di yoga, (già avevo saltato causa dentista della piccola) e quindi stavo portando la pace e l’amore del mondo dentro il mio cuore.
– Da parte nostra per arricchire l’orizzonte calcistico abbiamo in programma una mini vacanza di quattro giorni a Berlino, dove i nostri folli amici con quattro figli, quelli con cui eravamo andati a sciare l’anno scorso, hanno comperato i biglietti per la partita. Partiremo domenica all’alba da Malpensa, arriveremo giusto in tempo per un buon früstück (colazione) berlinese e poi i maschi – viste le temperature, noi ragazze ce ne guardiamo bene- andranno a tifare per l’Eisern Union Berlin. Per prepararci all’imperdibile evento, da giorni si ascolta in loop l’inno della squadra cantato da Nina Hagen. Le parole recitano una cosa tipo:
Noi dell’Est andiamo sempre avanti, sempre di più, noi non ci vendiamo all’ovest.
I biglietti costavano sedici euro, possiamo dire una vera esperienza di calcio comunista.
– Oggi per non farci mancare nulla abbiamo guardato in differita Italia- Macedonia, ormai la mia televisione registra da sole le partite senza che io lo sappia, credo di avere qualche milione di minuti di calcio registrato. Il mio piccolo osservatore ha avuto da ridire sull’interpretazione dell’Inno di Mameli da parte della cantante macedone, ma era piuttosto soddisfatto delle dimensioni dello stadio e di poter dire di aver dormito una notte a Skopje.
Diciamo che ora ci manca solo San Siro e abbiamo dato.