La mia fuga milanese, con ingresso della nonna dalla panchina, mi ha fatto trovare al ritorno del lavoro inatteso.
La nonna è un generale e seguendo le priorità ufficiali ha tenuto sotto tiro lo studio dei grandi con inflessibile rigore.
Al punto che mia figlia mi ha accolto gettandomi le braccia al collo,
– “Oh mamma, ora che sei tornata mi sembra di essere in vacanza. Con la nonna non c’era tregua, appena mi vedeva un momento sul divano mi trovava qualcosa da fare o da studiare”
Ora, a parte fare la tara al tono melodrammatico innato di mia figlia, e sottrarre anche gli inevitabili eccessi preadolescenziali, posso solo essere grata a mia madre e sperare che anche i verbi francesi, o tedeschi ne abbiano tratto giovamento. Per quelli latini purtroppo devo attendere il prossimo giro. Giovedì colloquio con in professori, vedremo.
Sul fatto che essere con me è come essere in vacanza, non so se inorgoglirmi o preoccuparmi.
Intanto però ho trovato sul diario delle affettuose comunicazioni della maestra L.
Dimenticata, per la terza volta, la sacchetta di ginnastica. Per lunedì scrivere un breve testo: “Come mi organizzo per non dimenticare la sacchetta di ginnastica”
Il weekend qui è stato tutto un via vai di ospiti, che io ho invitato per non soffrire troppo il rientro da Milano.
Abbiamo avuto i nostri amici berlinesi, che con somma gioia di tutti noi si sono trasferiti qui per almeno sei mesi, poi i nuovi acquisti italo svizzeri che ci stanno salvando la vita e l’adolescenza. Poi gli scout e una passeggiata ad acchiappare lo scampolo di primavera.
Così la domenica pomeriggio ci ritroviamo ancora con il testo da scrivere.
Subito dopo pranzo c’era stato un grave infortunio calcistico che aveva impedito di impugnare la penna, si poteva solo stare sul letto con il ghiaccio sul gomito a leggere Topolino.
Dai e che ti ridai, dopo un po’ di tira e molla e due ore di Topolino, riesco ad averlo alla scrivania penna in mano.
Non avevamo ancora cominciato a scrivere che chiama la nonna per comunicarci lo strepitoso risultato della squadra del cuore.
– Ciao nonna, scusa ma non posso, devo scrivere un compito perché ho dimenticato il sacco di gym.
– Ah, ma non sta a scuola la sacchetta di ginnastica?
-Eh sì appunto, mi dimentico di prenderla per andare in palestra.
– Ma che strano. Non uscite da scuola apposta per andare in palestra?
– Ma no che non è strano! Succede a tutti di dimenticare! Un mio compagno ha già fatto due volte il testo, cioè si è dimenticato sei volte la sacchetta! E comunque sì usciamo da scuola e abbiamo quindici minuti per arrivare in palestra e cambiarci. La maestra va avanti così prepara le cose e noi impariamo a fare la strada da soli e a prendere le nostre cose.
Appunto.
Comunque il sistema della maestra L. dare dei piccoli testi riflessivi come punizione fa tanto Petit Nicolas, ma a me piace.
Di questo passo allevo un poeta.