Come ogni anno siamo inesorabilmente passati dalla festa della mamma, al compleanno della nonna, per piombare dritti sul mio compleanno, che così questa settimana vale un anno intero.
E siccome da noi normali mai, quella cosa lì che si vede alla tele, del papà che insieme ai figli compra i fiori e prepara un bel biglietto da dare insieme a un gioiello/profumo/scatola di cioccolatini, a una mamma che li riceve con un sorriso smagliante, messa in piega di parrucchiere, mani curate e sono sicura anche ceretta impeccabile e smalto sulle unghie dei piedi…ecco quella cosa lì da noi è molto molto lontana.
Tanto per cominciare sono sposata da vent’anni con uno pseudo discalculico, che non ricorda mai neanche per sbaglio un numero che non sia per lavoro, comprese le date di nascita dei suoi figli nonostante fosse presente a tutte tre le nascite.
Su questa base il fatto che io e mia madre compiamo gli anni a tre giorni di distanza ha creato una questione irrisolvibile: dopo vent’anni mio marito non è mai certo di quando sia il mio compleanno. Ed è capitato spesso che quando doveva compilare un formulario coi miei dati scrivesse il compleanno di mia madre, costringendoci a rifare contratti del telefono o del conto in banca.
I nostri figli poi sono tutti nati nella stagione di loro padre, e per quanto io non voglia dare eccessivo credito alle stelle, diciamo che condividono con lui una certa svagatezza per quel che riguarda le scadenze, con me un eccessivo ottimismo sui reali tempi di esecuzione di qualsiasi cosa, e con entrambi una fervida immaginazione.
Ci ho messo molti anni a capire che non si tratta di cattiva volontà o di disinteresse per me.
Loro davvero credono che riusciranno a fare e trovare tutto quello che hanno in mente l’ultimo minuto dell’ultimo giorno.
Ci pensano tantissimo e hanno sempre idee grandiose, diciamo che non sono ancora perfetti nella realizzazione.
Soprattutto il concetto di sorpresa è ancora da perfezionare.
Dato che le loro aspettative sono sempre molto più alte delle mie, di solito il giorno delle candeline si riempie di:
– Ecco io volevo fare questo, però…non ci sono riuscito/non ho avuto tempo/ non l’ho trovato.
E io al posto di godermi la giornata mi trovo a dover consolare animi affranti e risollevare faccine deluse.
Si è creato così il falso mito che io per il mio compleanno voglia sempre qualcosa di speciale e molto complicato.
Io in realtà più di tutto vorrei non dovermene occupare.
Mi piacerebbe una volta tanto non dover pensare a niente per una giornata.
Non dover fare liste della spesa e lavatrici.
Prendermi il mio tempo.
Fare una passeggiata senza bisogno di tornare in tempo per pranzo.
Invitare degli amici senza aver bisogno di cucinare. Passare una serata in compagnia, senza pensieri.
A ben guardare quello che vorrei sono più che altro dei senza.
Ma questo è quello che la mia famiglia fa più fatica a darmi, noi siamo pieni di con ma sui senza scarseggiamo.
So che riceverò dei regali pazzeschi che neanche ti immagini, perché a otto anni è davvero difficile tenere un segreto.
Che tra questi regali ci sarà almeno un fondamentale macinino per fare gli spaghetti di verdura, che il postino ha consegnato a me e che poi è stato astutamente nascosto sotto il tavolo in sala.
Che il prato è stato tagliato per la mia festa, ma le previsioni danno pioggia.
Che stamattina mi sarebbe servita la macchina, ma era indispensabile per andare a ritirarmi la torta, forse a Parigi visto che è stata via tutto il giorno.
Che la nonna telefonerà domattina alle sette, perché gli accordi sono stati presi in vivavoce.
Che il mio pacchetto sarà a righe bianche e argento perché ho comperato io la carta all’Ikea a Natale.
Che non posso entrare in camera di mia figlia, né guardare sul banco di suo fratello.
Che dalla cucina viene odore di bruciato perché la mia bambina sta preparando la torta al cioccolato per domani sera seguendo la mia ricetta.
Che avrò a cena delle amiche con cui non ho mai passato prima un compleanno, ma va bene così, ogni tanto si cambia e non è detto che vada male.
Che domani notte non si dormirà, perché è appena arrivato un messaggio che diceva:
–Stiamo imbarcandoci adesso da Bangkok, staremo lì solo una notte perché sabato mattina abbiamo l’aereo definitivo per l’Oregon, ma S. vorrebbe tantissimo passare un’ultima notte con T., allora gli abbiamo detto che se dorme e fa il bravo in volo lo possiamo portare da voi e riprendere sabato mattina presto andando all’aeroporto. Spero vada bene per te, perché lui non parla d’altro.
E prima del messaggio erano arrivati video di pesci tropicali, ragni trappola, scimmie sulle liane, che S doveva assolutamente condividere col mio T.
Quindi non potevo dire di no, anche se l’ultima volta che è stato qui, erano svegli alle quattro del mattino, e non c’era neanche di mezzo il jet lag.
Perciò mi terrò il mio desiderio di senza, e avrò un compleanno pieno di con, perché da noi normali mai.