Mercoledì scorso ci è successo un brutto incidente.
Veramente a me è toccata solo la parte della madre dell’eroe, il mio protagonista invece ne porterà i segni per tutta la vita.
Non è una cosa grave, né visibile da lontano.
Ma la tabella dell’Inail che valuta il grado percentuale d’invalidità permanente, le attribuisce comunque un 5%, che non è uno zero, e che quando riguarda il tuo bambino, sul cuore pesa come un 500%. Le domande carogna si affacciano alla mente, Ma potrà fare il mestiere che vuole? E se vorrà fare il chirurgo? E il pianoforte?
Per questo bisogna reagire, perché le mamme sono lo specchio, e se la mamma si abbatte e lascia spazio alle domande dell’ansia, il mondo va a rovescio.
Così nelle infinite cinque ore di operazione, mentre consumavo camminando in tondo la terrazza dell’ospedale, ho cominciato a pensare strategie.
La prima cosa che ho pensato è:
– Ci servono delle storie!
E grazie agli amici cari, e alla metà meravigliosa del web, cominciano ad arrivare storie bellissime. Abbiamo pianisti senza mano, chitarristi senza dita, e una bella serie di sportivi.
Il mio piano è di rintronarlo talmente di storie piene di speranza, che a un certo punto mi dirà:
– Va bene, mamma, ho capito, un pezzetto di mignolo non è niente, ce la posso fare.
Per ora non siamo vicinissimi, non vuole assolutamente vedere la sua manina.
Per questo la seconda cosa che ho fatto è stato costringermi a guardarla durante la medicazione, perché se fa orrore alla mamma, come potrà mai accettarla lui? Così mi sono fatta un coraggio che non sapevo di avere e ho guardato quel ditino mozzo, mentre lui sul lettino aveva la testa girata dall’altra parte, io nell’orecchio gli sussurravo quanto fosse meravigliosa la sua manina.
Nel frattempo ho messo in azione un piano per affrontare la sua prima grande paura, quella di essere preso in giro.
Ho scritto alla maestra, che preparerà la classe.
Ma soprattutto ho cercato i suoi amici veri, quelli di Milano, perché per lui non c’è cura migliore, che commentare la fine di campionato o fare faccie buffe quando di là dal video c’è un volto amico, a cui non importa nulla delle sue falangi, ma molto del suo cuore.
Le chiamate di questo fine settimana gli hanno restituito il sorriso, e anche a me, quando l’ho sentito rispondere:
–Come stai?
– Io bene, è il mio dito che non sta benissimo.
ho capito ancora una volta che questo figlio è più grande di me.
Nelle cinque ore più lunghe della mia vita, ho anche scritto al conservatorio, lui dopo l’estate dovrà comunque cambiare insegnante, la sua va in pensione, e spero che gliene assegnino una molto, ma molto sensibile, altrimenti se la dovranno vedere con me.
Tornati a casa abbiamo dato fondo alla scorta di vizi proibiti, perché stare in casa tranquilli, mentre fuori esplode l’estate è davvero difficile.
Così abbiamo attivato l’abbonamento Netflix, giurando che alla fine del mese di prova saremo guariti e lo cancelleremo. Altrimenti i suoi fratelli, per ora ignari, non saranno mai più promossi. Intanto ci guardiamo tutte le serie dei draghi, che Harold è stato il nostro primo amore in francese, ma in italiano è ancora meglio. Si chiama Hiccup e sia a lui, sia al suo drago manca un pezzo.
Ma il meglio comincia da domani.
Alle 10,30 dobbiamo essere in ospedale per il controllo settimanale, ma il nostro trenino arriverà allè 9,30.
Quindi abbiamo fatto una lista di cose belle che vogliamo fare in città in quell’ora di tempo, e forse non ci basterà un mese.
Tanto per cominciare i fratelli dovranno arrangiarsi col pranzo perché noi non vogliamo avere fretta.
Dobbiamo visitare il Museo della Mano, che di sicuro avrà molte belle storie per noi.
Poi fare un secondo passaggio al Museo Olimpico, che la prima volta non abbiamo visto tutto bene.
Non possiamo mancare il Museo di Scienze Naturali.
Una bella seduta alla libreria in centro.
Spero mi venga risparmiata una seconda volta al rettilarium.
A casa poi ci siamo dati un sacco di compiti. Approfitteremo per recuperare italiano con il libro delle vacanze di terza.
Poi dovremo scrivere nel diario questa brutta avventura, per questo abbiamo conservato il braccialetto dell’ospedale e uno degli elettrodi che erano rimasti addosso, così possiamo appiccicarli dentro l’album.
Ma l’impegno più atteso è la formazione degli Svirgoli. Abbiamo deciso con tutti i personaggi delle storie che stiamo raccogliendo di fare una squadra di calcio, e abbiamo un gran daffare ad assegnare le posizioni in campo.
Sarà un gran giugno, e se tutto va bene a luglio potremo andare al mare, ma se no ci inventeremo qualcosa di meglio.