In questa primavera autunnale ciascuno combatte le proprie battaglie.
Prima di tutto contro un’antipatica bronchite che ci siamo portati a casa dall’Italia.
Forse non siamo più abituati ai robusti germi di città, o più probabilmente appena varcate le Alpi ci crediamo in spiaggia e dimentichiamo di vestirci a dovere.
Poi ci si è messo il riscaldamento globale e le temperature ballerine. Morale, c’è chi ha già ceduto all’antibiotico e chi resiste. Io sono tra quelli che resistono solo perchè all’idea di dovermi trovare un medico qui mi sento male davvero, quindi avanzo tra un colpo di tosse e l’altro forte dei miei rimedi omeopatici.
Ma la vera battaglia all’ultimo sangue è quella per la promozione.
L’anno scorso si godeva di una corsia preferenziale, un anno di amnistia, in cui si veniva valutati, ma non si poteva essere bocciati, eravamo considerati uditori, per darci il tempo di imparare le due nuove lingue.
Quest’anno no.
Quest’anno si vola senza paracadute, tutto in francese e tedesco.
In più per qualcuno ci sono gli esami, per qualcun’altro ci sono state tre settimane d’assenza per appendicite.
Alla prima pagella ci mancava mezzo punto, perché qui si fa la media ed è quella che decide.
E mezzo punto è davvero uno smacco.
Se consideriamo che l’anno scorso non parlavamo francese.
Se guardiamo il piccolo che ormai saracca in vaudese come un locale.
E mi tocca convincerlo che non serve imprecare per essere ben integrati.
E che forse è meglio che l’insegnante di storia lo sappia che lui non è nato qui, capisco sia orgoglioso che non si senta più nessun accento, ma è normale non avere il massimo dei voti nello scritto.
Considerati tutti gli sforzi fatti, quest’anno non si può concludere con una bocciatura, per nessuno.
Quindi abbiamo chiamato a raccolta tutte le forze di mare e di terra per l’ultimo mese.
Da sud la nonna manda certi bigini di letteratura francese per prepararsi all’esame. Sarà estratto a sorte un poema e bisogna essere in grado di leggere, commentare, riconoscere le figure retoriche, inquadrare testo e autore nel contesto dell’epoca. E farlo ovviamente, in francese.
Si organizzano sessioni skype per ripetere vocabolari di tedesco e latino.
Abbiamo provato anche a cercare un sostegno esterno, ma la povera J., col suo sorriso gentile, la paura del gatto, e i ritmi subsahariani, non può reggere il confronto con la nonna.
J. ci manda esercizi di verbi da fare nelle vacanze, la nonna sfodera saggi su Zola, Rimbaud, e riletture di El Cid.
Intanto, per dare il buon esempio, io ho fatto il passo più lungo della gamba: mi sono iscritta a un esame di francese decisamente al di sopra delle mie possibilità.
Anche io ho bisogno di dare un senso ai due anni più domestici della mia vita.
Non che non sia felice dei miei due libri e di tutto quello che abbiamo costruito qui.
È che sono un po’ fanatica dei diplomi.
E se il tempo passato a ripetere il passé simple e la concordance coi ragazzi, mi fosse riconosciuto da un bel certificato, mi sentirei promossa anche io.
Perché se ci devono bocciare per mezzo punto,
allora tanto valeva darsi alla pazza gioia,
scalare tutte le montagne che ci salutano ogni mattina,
scappare in spiaggia ad ogni raggio di sole,
accendere il camino ogni sera,
e fare grandi gite in bicicletta.
Questo per dire che non saremo molto assidui nelle prossime settimane,
ma torneremo presto.
Tutti promossi!
Non lasciamo indietro nessuno.