Novità in giardino

porta-gol

Da queste parti le cose procedono piuttosto spedite.
Non proprio come ce l’aspettavamo, neanche lisce lisce, ma dopo gli eventi pulp del mese di maggio, su questo giugno non ci possiamo lamentare.

Gli esami stanno finendo. Stamattina l’orale di italiano, a cui essenzialmente bisogna ricordarsi di partecipare e arrivare in orario, poi è d’obbligo il massimo dei voti, ci serve.
Dopodiché attenderemo il verdetto abbracciati alla cassetta delle lettere.

E se tutto va bene rimarremo abbracciati fino a che non arriva anche la lettera con l’assegnazione al gymnase.
Lì ci sono varie opzioni, si potrebbe restare a poche fermate d’autobus dal villaggio, o spostarsi verso la città.
Noi abbiamo chiesto la scuola di Harry Potter, nel vecchio palazzo in centro di fronte alla cattedrale, ma non siamo i soli, e pare che chi ha segnato l’opzione anno all’estero, venga mandato nel nuovo liceo al centro della Belleville locale, ambiente ricco di stimoli, non tutti buonissimi. Ma niente è sicuro.
I giochi sono molto aperti, e il fatto che tutte queste importanti comunicazioni avvengano per posta è molto stressante per gente come noi, che non è cresciuta con un’incrollabile fede nel servizio postale.
Organizzeremo servizio di guardia alla cassetta.

Intanto in giardino fervono le attività.

Non si hanno notizie di Monsieur B, ma evidentemente ha lasciato a E degli incarichi precisi, perché l’ineffabile uomo dei boschi entra ed esce dal nostro giardino a tutte le ore con aria molto indaffarata e senza preavviso. Boffonchia tra sè e sè in una lingua tutta sua, e difficilmente risponde al saluto.
Una mattina ha tagliato l’erba con il decespugliatore, l’ha ammucchiata, ha mollato attrezzi e lavoro a metà ed è scomparso.
In pausa pranzo mi era venuta la folle idea di aprire una sdraio e sedermici ad occhi chiusi per quasi dieci minuti. Manca poco che mi venga un infarto quando E ha riacceso l’infernale decespugliatore a pochi centimetri dalle mie orecchie.

– Buongiorno E!

– WRRROOOUUUM BZZZ

– BUONGIORNO! HA VISTO CHE NELL’ANGOLO CI SONO LE ZUCCHE’

– BZZZ WRRROOOUUUUM

– CI SONO LE ZUCCHEEE!

– LE HO VISTE! MMPF.

Il fatto che le avesse viste non ha impedito che ne ranzasse via un paio di foglie. Ma deve essersene reso conto e dispiaciuto, perché nei giorni seguenti è tornato spesso a parlare con le zucche, e ad armeggiare nel loro angolo. Non sappiamo cosa abbia fatto, non ci ha chiesto la nostra opinione. Si temono gli sviluppi.

L’altra new entry è una porta da calcio formato stadio.
Il giovane convalescente ha iniziato ben prima che i suoi parenti si fossero ripresi dallo choc, a chiedere:

Quand’è che comperiamo una porta nuova?

– Tesoro aspettiamo un attimo, bisogna che tu guarisca, e questa volta voglio farmi dire bene dal tuo allenatore dove andare a prendere una bella porta solida e sicura.

Ma io sono guarito. Quand’è che andiamo?

E così con la caratteristica arrendevolezza e flessibilità degli ottto anni, ha proseguito ogni paio d’ore per le ultime tre settimane.
Ho fatto melina.
Portato a casa cataloghi in tedesco dicendogli di scegliere la sua preferita. (Ha scelto una 3 metri per 2 regolamentare, ci vuole un tir per consegnarla, e bisognerebbe tagliare due alberi e eliminare il tavolo dal giardino.)
Parlato con il presidente del football club.
Cercato in ogni modo di evitare l’argomento e sviare l’interesse.
Ma lui nelle sue passioni è irremovibile. E noi avevamo promesso. Dopo aver eliminato la porta assassina, avremmo trovato quella perfetta.

Così venerdì pomeriggio, sotto trenta gradi di temperatura, ho affrontato l’incubo di ogni madre: il pomeriggio al centro commerciale con tre figli, ciascuno con diverse esigenze e pochissima pazienza.
Ne avevo talmente voglia che ho cominciato a ululare prima ancora di partire e ovviamente loro a litigare su qualsiasi cosa dalla chiusura della porta di casa alla cintura di sicurezza.
Poi abbiamo vagato con il Millennium Falcon per infinite rotonde, litigando su chi doveva fare il navigatore, e finalmente arrivati al parcheggio stremati avevamo esaurito ogni bellicosità.
Nei negozi sono stati angelici, chi doveva prendere delle ciabatte è venuta a casa felice con uno zaino con le stelline, chi doveva prendere uno zaino è venuto a casa con delle ciabatte che paiono zattere. Ma la domanda era una sola:

E la porta?

La genitrice pavida e ancora scioccata, ma soprattutto crudele, non ha voluto tornare a casa con l’unico modello disponibile.
Era chiuso in uno scatolone e sembrava minacciosamente formato da tubi assassini. Ha rimandato al giorno dopo e alla presenza di un altro genitore con cui condividere una tale responsabilità. Con malcelata gioia li ha riportati a casa, nonostante tutto, vivi.

Così la mattina del sabato ci siamo avventurati oltre frontiera alla ricerca di un notissimo negozio sportivo.
Lì abbiamo trovato la tanto agognata 3x2m, ma era talmente sgarella che già in negozio era piegata.
– Niet, ha detto la madre, carogna.
Siamo tornati sui nostri passi. I nervi allo stremo. Abbiamo cercato conforto tra i boschi. saluto-sole
Abbiamo sbagliato un paio di rotonde. Poi ho lasciato padre e figlio a valutare la sicurezza di quell’unico modello ritirabile subito senza prenotazione. Provando a suggerire che aspettare dieci giorni non sarebbe stata una tragedia, e un modello più solido ci avrebbe dato più garanzie.
Tempo di resistenza del padre 30”, forza di volontà del figlio sufficiente a spostare l’asse di rotazione terrestre. Sono usciti con lo scatolone.

Così la domenica si è passata a montare questa misera 180×240 per la quale è stato necessario eliminare il filo per stendere, e forse anche le zucche che ingombrano un po’ il corner.
Melo e ciliegio si sentono in pericolo. Al loro posto potrebbero sorgere delle tribune.
Compreremo a E una divisa da arbitro, lo stadio c’è già.

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