Tazze di tè e calici di vino rosso
Oggi c’è un cielo da fine del mondo, dopo due giorni di albe rosa, stamattina ho dovuto accendere la luce.
Ma non mi illudo, so che non è semplicemente l’estate che sta finendo, il tempo alpino, l’umidità lacustre.
Ho cercato di fare tutto sotto tono.
Non ho voluto troppo clamore intorno al nostro weekend.
So che sono i nostri tentativi di fuga a scatenare la furia degli elementi
Ci abbiamo provato la prima volta quando un amico inaugurava una mostra a Stoccarda: ha eruttato il vulcano islandese e sconvolto il traffico aereo. Abbiamo guidato per sette ore di corsa. Io dovevo arrivare all’uscita del nido, lui aveva un palco di corna d’alce nel bagagliaio, alla frontiera ho dovuto minacciare di lasciare lì il marito e le sue corna, perchè il doganiere calabrese ci lasciasse passare.
Abbiamo ritentato quando lui doveva essere alla festa di apertura della biennale, e il filtro antiparticolato dell’auto della nonna si è bloccato sotto un cavalcavia a mezzanotte, ma il carroattrezzi non poteva raggiuncerci perchè tra noi e l’ingresso dell’autostrada si era rovesciato un tir. Due ore a lato di una carreggiata deserta, esperienza surreale. Ho aspettato gli ufo.
Quindi ho mantenuto un certo riserbo e finto indifferenza quando ieri è partito per l’annuale riunione di fine estate.
Si trovano professori da tutta Europa e se la raccontano per quattro giorni, io dovrei raggiungerlo al quinto.
Ogni anno scelgono un bel posto, questa volta è Bordeaux.
Questa volta sono vent’anni di matrimonio.
L’organizzazione prevede, arrivo della nonna mercoledì. Partenza mia venerdì. Ritorno di entrambi lunedì.
Siccome ci piace fare le cose semplici, la nonna è arrivata, ma oltre alla mozzarella d’ordinanza, ha portato l’amica d’infanzia di mia figlia, si vedono in montagna da quando sono nate, da tempo voleva venire e la sua scuola non è ancora cominciata, occasione ideale.
Quindi ieri sotto un sole cocente ho messo in tavola per sette in giardino, mio figlio piccolo, i suoi amici del mercoledì, mia figlia, la sua amica, la nonna, io.
Si parlava inglese, l’amica di mia figlia ha la mamma inglese e il papà siciliano.
Il sole era così forte che il piccolo è salito a cercare tre cappellini per sè e suoi amici. Ne ha chiesto uno in prestito a sua sorella, lei glielo ha negato. E’ arrivato con un vero casco da pompiere, peso circa cinque chili, ho temuto gli venisse la febbre a quaranta.
Faceva veramente caldo. Eravamo in canottiera.
Siamo andati a lezione di piano, le ragazze hanno fatto un giro sul lungo lago, volevano fare un bagno.
Li ho portati a fare le vaccinazioni, la dottoressa aveva acceso l’aria condizionata.
Ma stamattina sembra la fine del mondo. Ho il golf di lana. Non so se portare un impermeabile o il costume da bagno. Mi aveva promesso le spiagge dell’Atlantico.
Continuo a fingere indifferenza, non ho fatto la valigia.
Pare che dovrò passare la frontiera all’aeroporto di partenza, poi volerò in Francia con un volo interno.
La mamma della nostra ospite mi ha mandato una bella scatola di té e tisane, mi farò una tazza di melograno. Se tutto va bene domani sarà un calice di rosso francese.
Buon weekend