–Mamma, oggi abbiamo letto le storie ai piccolini!
–Che bello! Raccontami. Come funziona?
–Eh funziona che noi di sixième andiamo dai piccoli di troisième e gli leggiamo dei libri.
–Ma che bello e tu hai letto?
–Sì, tutti abbiamo letto. E poi visto che loro erano il triplo di noi, c’avevamo tipo tre nani a testa.
–Ah, capisco, eravate divisi in gruppetti? E tu ne avevi tre? C’era qualcuno che conoscevi?
–Sì c’era una femmina, e poi i fratelli di due miei compagni di calcio.
–Ah e cosa hai letto?
–Il re leone.
–Ah bello, ti è piaciuto?
–Sì, era ridicolo perché tipo ogni due parole dicevano “cosa vuol dire?”.
– Ah, e tu glielo sapevi spiegare?
–Ma sì, mamma, chiedevano cose tipo effrayant, chiaro che vuol dire spaventoso.
– Beh, io già faccio fatica a ricordarmi la differenza tra spaventoso e spaventato. Allora sei stato bravo, sei contento?
–Sì e poi mi sono ricordato di quando ero dall’altra parte e sono venuti i grandi a leggere a me, che eravamo appena arrivati qui e non capivo niente.
–Eh già, era solo due anni fa. Chi lo avrebbe detto. Abbiamo già chiuso un cerchio.
La tenerezza e la soddisfazione nei suoi occhi mentre me lo raccontava, valgono dieci volte la nostalgia che in questa stagione morde sempre con più cattiveria.
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