Natale nell’iperspazio

neve francia

Questa settimana avevamo parecchie cose da festeggiare.

  1. Il solo fatto di esserci arrivati tutti interi, ché una settimana fa dopo il weekend sola senz’auto con quattro riunioni scout in posti diversi, raggiunti a piedi nella tormenta, non ci avrei scommesso.
  2. L’ultimo fine settimana scolastico del 2017, che comunque vada segna un altro passo avanti nella nostra integrazione in terra straniera.
  3. Il primo saggio di piano dopo l’incidente alla mano.
  4. La conseguente venuta della nonna.
  5. Il folle acquisto della casa color meringa aka casa della famiglia Addams.
  6. La prima neve dell’anno che per quanto fugace ci ha proiettati tutti nello spirito natalizio.
  7. La nascita del bus 704, che qui l’entrata in vigore del nuovo orario è un evento accompagnato da diverse serate di dibattito e lunghi  studi comparati. Non si può buttare via il vecchio orario per settimane, e i discorsi cominciano spesso con:

Mamma ma lo sai che il 701 non ferma più all’angolo della nostra nuova casa, perché hanno accorciato la linea, e invece è nato il 704, mi piacerebbe proprio vedere un 704, secondo te com’è?

Ah, mah, boh, immagino che sia bianco e verde come gli altri, forse del tipo nuovo con lo schermo che ti dice le fermate.

E poi, hanno messo una navetta che va dalla funicolare fino alla stazione di Cossonay, potremmo prenderla.

Beh, sì certo, se mai ci servisse andare a Cossonay in treno, potrebbe essere comoda.

Il punto 5 in particolare, necessitava di essere festeggiato col giusto impegno, e il primogenito con coraggio si è offerto di farsi carico questo gravoso incarico.
Quindi pare che venerdì e sabato le migliori feste della citta si siano svolte a casa nostra. La signora Gertrud ci aveva lasciato un fondo di gasolio che avremmo dovuto comunque smaltire per passare a carburanti meno inquinanti, abbiamo quindi osato accendere la fantasmagorica caldaia anni ’50. Così una buona parte degli adolescenti al calduccio ha deciso di fermarsi a dormire nella casa vuota, e la festa in un attimo è diventata all night long.

Il resto della famiglia pur avendo minacciato di passare parecchie volte a controllare l’andamento dei festeggiamenti, alla fine si è inventata uno strabiliante programma alternativo: gita in Francia per la grande première di Star Wars, passaggio in libreria, struscio lungo le vetrine e cena in brasserie.

neve francia 3Per fortuna noi viaggiamo sul Millennium Falcon, perché dopo i primi quindici minuti di viaggio è stato chiaro che saremmo passati nell’iperspazio.
I fiocchi di neve si tramutavano in un pioggia di meteoriti che avvolgeva il nostro eroico mezzo. Il paesaggio si faceva irreale, un pianeta di ghiaccio a pochi chilometri dalle nostre vigne. Ma noi procedevamo indomiti.
Il gelo era tale da costringere una certa adolescente ad ammettere che i calzini corti erano un po’ esagerati e le caviglie nude per quanto cool nelle scarpe da ginnastica, forse erano vagamente inadatte al clima. Per fortuna la previdente madre indossava doppio calzettone sopra calzamaglia a righe, e ha generosamente vestito anche le caviglie della figlia, esigendo solo un’ammissione scritta d’inadeguatezza del calzino da spendere in qualsiasi altra occasione.

Giunti alla meta senza neanche litigare per il parcheggio, abbiamo toccato con mano come una cultura limitrofa possa produrre panorami differenti, e una manciata di chilometri possa essere un abisso di panorama urbano. Soprattutto se si passa per l’iperspazio.

Se da un lato le auto giacevano gioiosamente accatastate dove potevano, o si aggiravano un po’ brille da tutta quella neve ben lontana dall’essere spalata, cosa che avrebbe fatto venire un sintono a qualsiasi cittadino della Confederazione.

Dall’altro sulla via pedonale una bella quantità di persone davvero brille si aggirava tra le casette del mercatino di natale e le vetrine bardate a festa, la patinoire e i numerosi banchetti da cui si spandeva il profumo di castagne, crêpes, cioccolato, vin brûlé e la sua versione locale il succo fermentato di albicocche caldo. Le cose in vendita erano le solite da mercatino di Natale, artigianato artistico con qualche tocco di prodotti locali, tutto bello e più o meno inutile, non troppo caro. Le vetrine dei negozi facevano a gara per distogliere i passanti dalle bancarelle. Musiche natalizie, decori luminosi, o più sobri collage bianchi a incorniciare la merce.

Io mi ritrovo sempre con un misto di gioia e stupore a misurare la differenza del Paese in cui abito da tutti i suoi vicini.
Non è solo l’Italia, anche questa cittadina periferica della Francia Contea, angolo remoto e dimenticato dell’éxagone, è più calorosa, caotica e festosa delle precise città svizzere. Le vetrine natalizie ostentano una ricchezza che fa sembrare misere le austere vetrine elvetiche. La gente inebriata dall’aria di festa, e sicuramente dall’alcool, si affolla nelle strade e nei bar, trasportando una scia di allegria contagiosa.

E io mi domando cosa sia questo effetto stonato, il lusso natalizio a dimenticare le crisi?

Sappiamo che la Svizzera è più ricca di tutti i suoi vicini, ma è più ricca perché è più austera, un po’ come zio Paperone?
É più austera perché è calvinista? Allora cosa succederà ora che noi popoli di origine cattolica stiamo cambiando le proporzioni, sprofonderà nel caos?
Con tutte queste targhe elvetiche, di onesti cittadini che passano il loro sabato a fare oltreconfine la spesa per il cenone e i regali, ha senso la tassa del 30% su tutti i libri importati?

Per fortuna poi le mie domande serie sono state placate da R2D2 che si aggirava nell’atrio del cinema, e bisognava per forza farci una foto insieme, che Walt Disney è una garanzia, quello è uguale in tutto il mondo, e poco più in là stava arrivando anche Chewbecca.

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