– Scusa caro, non vorrei urtare la tua sensibilità adolescente, vagamente suscettibile, ma posso sapere come mai mi ritrovo qui alle sette di sera sul divano con davanti 190 vocaboli di inglese da imparare? Ho come l’impressione che ci sia sfuggito qualcosa…
–Ma no, mamma, lo sapevamo, è che il tempo passa, poi c’è stato il test di matematica, poi quello di economia, poi i verbi irregolari di mia sorella…
–Ah, capisco, ma proprio tutte le parole della malattia mi dovevano capitare?
–Tranquilla, poi ci sono anche quelli della sfiga, gatto nero, carro funebre
– Fantastico, non vedo l’ora, poi con qui di fianco tuo fratello che mi corregge la pronuncia di ogni parola francese, va proprio una meraviglia, è la volta che lo passo sicuro il mio esame di francese, soprattutto il dettato. Mi danno diretta la cittadinanza.
– Mamma ma lo sai che alla patinoire si può fare anche curling?
–Scusa tesoro, sto dettando il vocabolario a tuo fratello, siamo a ambulance.
– Sì lo so, però io vorrei provare una volta.
–A fare che? Tu intanto scrivi: bactérie
–Ma curling, te l’ho detto.
– Ah, tu scrivi aveugle, ma bisogna avere i pattini?
–Ma no, puoi andare con le scarpe, ma tranquilla puoi anche stare in ginocchio, poi hai una specie di pentola a pressione e delle scope e scaldi il ghiaccio così va più veloce.
–Ah, tu scrivi: deaf, beh magari quando abiteremo vicino alla patinoire.
–Allora vieni anche tu?
–Ah, ma, boh, a fare curling?! Tu intanto scrivi gray wig, che non so cosa c’entri con useful phrases, ma lo dicono a Oxford.
–Io ho ancora fame!
–Ti avevo detto di prendere il riso. Riesci a prendertelo da solo in cucina? Io sto un momento qui a pensare alle parrucche e al curling. Non sto benissimo, come un pochino presa tra due fuochi.
#neapprofittano #curling
Solidarietà totale
grazie! Sempre gradita