Nema problema.

Il pater familias vaga per le montagne dei balcani alla ricerca di certi monumenti residui dell’impero comunista.

Grazie ai suoi figli che gli hanno forzatamente installato whatsapp, ogni tanto chiama gridando come mia nonna quando la chiamavo da lontano, come stato gli hanno messo: “uso whatsapp solo con mia zia”.
D’altronde solo lui e pochi altri potevano fare sold out con un viaggio di studio a febbraio in mezzo ai campi minati per ritrovare catafalchi in cemento posti dall’Imperatore Tito a memento dell’imperitura potenza del popolo jugoslavo.
Non è la prima volta che lo fa, è recidivo, ma quest’anno lui e la gloriosa brigata dei suoi assistenti sono stati travolti dalle domande d’iscrizione e hanno dovuto affittare un pullman. Temo che il tasso alcolico della settimana non scenderà mai entro le soglie consentite, la presenza dell’autista toglie anche gli ultimi freni.

Il figlio minore è partito per il campo di sci piuttosto in scioltezza.
Sulla porta di casa aveva sostenuto che a lui le racchette non servono, sono solo in due nel gruppo delle piste nere e loro non usano le racchette.
Per fortuna la partenza era a cento metri da casa e il fratello maggiore tirato giù dalle brande per sostituire il pater familias, ha fatto una corsa a recuperarle sotto gli occhi ammirati degli altri genitori.
Nel frattempo la maestra sembrava seriamente preoccupata, contava e ricontava venti grilli salterini su e giù dal pullman. A giudicare dalle note che sono fioccate settimana scorsa l’agitazione montava da giorni, mo’ tocca a lei divertirsi.

Intanto io passo le serate a fare ordini di gabinetti, che per non farci mancare nulla noi i sanitari tedeschi li ordiniamo dalla nostra amica in Sicilia.
Al telefono l’accento di suo fratello mi fa sentire profumo di mare e arancine, e allora mi sembra addirittura possibile che a giugno traslocheremo avendo un bagno. Non scommetterei sul fatto di avere l’acqua calda, stamattina vedo un certo signore della ditta Viessmann che solo il nome incute rispetto e mi darà il suo verdetto.
Ma in fondo sarà giugno, non ci sarà più quel freddo irragionevole di questa settimana, e poi il pater familias si sta allenando, pare che nei Balcani il riscaldamento sia un optional e ci si consoli ripetendo: nema problema. E di sicuro con la grappa.

L’altra mia occupazione è stalkare i candidati alle elezioni.
Non so cosa mi sia preso, nella tornata elettorale in cui si prevede la massima astensione della Storia, io mi sento particolarmente responsabile, sarà che per la prima volta voto dall’estero, che tutta la faccenda mette una certa agitazione, aspettare la scheda per posta, metterla nella busta e rispedirla al consolato.
O forse che sono sola a casa con gli adolescenti e sento di dover dare l’esempio a loro che voteranno la prossima volta.
Fatto sta che inaspettatamente i candidati mi rispondono, o addirittura mi telefonano mentre sto preparando la cena o ordinando i gabinetti, il ché mi da un’aria di grande importanza agli occhi dei miei ragazzi, che in adolescenza è merce preziosa.

In casa si respira una bella atmosfera, fa bene sparigliare ogni tanto, c’è più aria per tutti, si litiga meno, si dorme meglio, non c’è coda al bagno.
Nel mio letto è rimasta una pantera di peluche e io  e lei abbiamo fatto una tirata di sonno che adesso quello delle caldaie ce lo mangiamo, anche se non riesco mai a ricordarmi come si dica ghisa in francese, nema problema.

Altrimenti detto Faccio Quello Che Posso.

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