proiezioni e orgogli di mamma

Da qualche tempo mio figlio piccolo manifesta ogni tanto disagio riguardo ad alcuni compagni di classe. Sostiene che lo prendano in giro, che ce l’abbiano con lui. Interrogato sulle possibili ragioni, risponde che è sempre e solo perché lui è l’ultimo arrivato e loro sono svizzeri. E poi due c’hanno anche il papà poliziotto, e svizzero tedesco e si conoscono dall’asilo.

Davanti a queste ragioni, mi sono chiesta cosa fare. Se sdrammatizzare, o andare a parlare con la maestra. In effetti si tratta di ostacoli piuttosto insormontabili e manca poco alla fine della scuola. Ma non mi andava neanche di sottovalutare il disagio del mio ragazzo, che giustamente al terzo anno di emigrazione non sopporta più di essere trattato da ultimo arrivato. Anzi lui si trova proprio a un bivio, in cui gli capita che non credano che lui sia italiano, che le supplenti non se ne accorgano, ma che i compagni gli ricordino che non è svizzero.

Né qui, né lì.
Un pesce fuor d’acqua.

Infatti ogni volta che torniamo da Milano ripete: ” Io vorrei prendere tutti gli amici di Milano e portarli con noi qui!”

Mentre io mi alambiccavo se chiamare la maestra o no. Quel diavolo di ragazza, mi convoca a colloquio.

A quel punto l’atavico senso di colpa di ogni genitore si risveglia d’un botto:
“Perché mi ha convocata? Avrà combinato qualcosa?”

Tesoro, mi devi dire qualcosa? Sai perché mi ha chiamata la maestra?

No, mamma! Tutto a posto?

Sicuro, sicuro? Non hai dato fuoco alla scuola, vero?

Mamma!

No, va beh,  chiedevo…comunque se mi devi dire qualcosa, perfavore dimmelo prima di giovedì, così non cado dalle nuvole davanti alla maestra.

Giovedì:

Signora l’ho chiamata per dirle che suo figlio è un allievo eccellente! Brillante, comunicativo, spiritoso! Oggi mi ha fatto venire le lacrime dal ridere quando mi ha restituito il quaderno del vocabolario e mi ha detto “maestra, va bene, ho capito, io non lo avevo consegnato, e quindi l’ho copiato ancora una volta, ecco qui. Adesso però mi deve ascoltare e non ci crederà, il quaderno era in cartella anche ieri, ma io non lo avevo visto!”
Comunque io non mi faccio alcuna preoccupazione per l’anno prossimo, nella nuova scuola non avrà nessun problema, anzi penso che un’intelligenza come la sua si troverà meglio in un ambiente più aperto,  più misto, fuori dal villaggio, vedrà!”

-??

Ah, sì l’ho convocata per farle i complimenti per il vostro percorso, suo e di suo figlio. E poi volevo solo avvisarla per l’anno prossimo di fare un pochino di attenzione, perché ho notato, e lui mi ha confermato che fa ancora un pochino fatica a distinguere alcuni suoni tipo, in/en, ou/u, eu/e..

Eh, immagino, e capisco che parlare a casa italiano complichi le cose.

Beh, me lo sono chiesto anche io. Ma non si preoccupi di questo. Piuttosto se l’anno prossimo che oltre al tedesco si aggiungerà anche l’inglese e le materie si faranno più complicate, vedesse che si perde nell’ortografia francese, consideri di fare un piccolo intervento mirato, o un bilancio con il logopedista della scuola. Insomma volevo solo avvisarla, ma sono sicura che lei farà tutto il necessario, e comunque stiamo parlando di piccole cose, restiamo nell’eccellenza.

A quel punto la madre del figlio eccellente stava per scoppiare d’orgoglio, ma anche di sensi di colpa per aver pensato che un così bravo bambino potesse aver dato fuoco alla scuola.
Sarà perché i suoi eroi sono Calvin&Hobbes, Adèle mortèlle, Le Petit Nicolas e Gianburrasca?

O solo perché  le  madri lo sanno.

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