Lunedì pomeriggio, facendo merenda.
–Allora com’è andata la giornata? Come stanno i bruchi, eri tanto preoccupato che fossero morti, o diventassero farfalle mentre voi non c’eravate.
–Bene! Si sono aperte tutte! Proprio mentre eravamo lì!
–Tutte? Allora la maestra non è un’assassina?
–Effettivamente no.
–E voi avete visto aprirsi le farfalle?
–Sì, quando siamo arrivati la mattina se n’era aperta una sola, e poi pian piano si sono aperte tutte e hanno volato per la classe.
–Wow! Che meraviglia, e sono belle?
–Sì, sono grigine con delle macchie arancioni e sono americane.
–Americane?
-Beh, non nel senso che proprio loro arrivano dall’America, ma che sono di origine americana.
–Capisco, e ora se ne stanno in classe?
–Sì però non è come pensavo io che stanno sempre libere anche mentre noi facciamo i compiti, abbiamo una specie di gabbia fatta con dei fili e il sopra e il sotto rigidi. E poi, indovina cosa mangiano??
–Ma, non saprei, ciucciano dei fiori?
–Noo! Gli diamo dei pezzi di banana!
–E loro li ciucciano con la proboscide?
–Sì proprio così.
–Accipicchia, deve essere bellissimo avere delle farfalle in classe che mangiano le banane, siete proprio fortunati.
– Sì, ma lo sai che c’è proprio un’agenzia?
–Un’agenzia per le farfalle?
–Sì, un’agenzia delle farfalle, che le manda nelle scuole.
–Caspita, ma solo in Svizzera?
–Non lo so, ma direi in tutto il mondo.
Ora indagherò meglio, ma questa cosa dell’Agenzia delle farfalle mi sembra meravigliosa, quasi quasi preparo un curriculum e chiedo se assumono. Che ne so, potrei dare da mangiare le banane alle farfalle, rispondere alle lettere delle scuole: “vorremmo dieci farfalle gialle e nove grigie”, accompagnare le farfalle in giro per il mondo.
Forse per me è tardi per cambiare carriera, ma penso che qualcuno in famiglia ci stia pensando davvero.
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