Domani è il giorno del Global Climate strike. Il nostro Friday for Future.
La grève du climat come la chiamano qui.
Io sarò in piazza insieme ai miei ragazzi.
Ho firmato giustificazioni, spedito autorizzazioni internazionali, demandes de congé.
Oggi alle 8,30 ero stavo seguendo una lezione all’università, nel silenzio dell’aula ancora addormentata il trillo del mio telefono ha riscosso giovani menti addormentate.
Avevo dimenticato di silenziarlo, a quell’ora non chiama nessuno.
Era la scuola del più piccolo. Sono uscita sudando freddo.
Un disturbo patologico connesso alla maternità: se chiama la scuola, il primo pensiero è che si sia spaccato la testa, il secondo che l’abbia spaccata a qualcuno per sbaglio, poi di solito prima di pensare a tutte le cose fondamentali che potrebbe aver dimenticato a casa, l’interlocutore ha spiegato la ragione della chiamata, se è un’interlocutrice con un minimo di esperienza ha esordito con: Signora non si preoccupi, non è successo nulla di grave…
Non mi sono ancora abituata che tali comunicazioni avvengano in un’altra lingua, ho sempre paura di non capire qualcosa,
ma stavolta la segretaria è stata deliziosa:
– Madame, juste pour vous dire que c’est tout bon, pour demain, le congé est accordé.
Quindi per il piccolo non si tratterà proprio di un vero sciopero, ha il permesso di sua madre e del direttore, ma anche lui scenderà in piazza, è del suo futuro che stiamo parlando, e se c’è uno che ha la grinta per cambiare le cose, quello è lui. Io al massimo sono l’accompagnatrice.
Sua sorella era un po’ scocciata perché l’ho autorizzata a uscire da scuola solo mezz’ora prima della manifestazione,
il tempo di arrivare in centro, niente dormita mattutina, ci sono gli esami, non ci sono i margini, e per salvare il pianeta servono giovani donne che abbiano studiato.
Dall’Albione il maggiore ci fa saper che ha dovuto discutere con la sua hostmother moglie di camionista e non propriamente pro-climate, ma che nulla potrà trattenerlo dal manifestare.
Stasera penseremo a dei cartelli, anche se il clima pare manderà la pioggia in manifestazione, forse ci dipingeremo la faccia. Andremo in bus, metrò e monopattino.
Io sento davvero la differenza, li sto accompagnando, è giusto siano loro in prima fila, noi abbiamo fatto il danno, o come minimo non abbiamo fatto abbastanza.
Mentre preparavo la tesi – su come il recupero della cintura ferroviaria milanese avrebbe consentito un migliore sviluppo di tutta la regione, le merci avrebbero potuto circolare in treno, le persone anche – sognavo di salire su una ruspa e demolire tutto quello che era stato costruito sulle coste in violazione della legge Galasso. Sono passati 23 anni e diciamo che le cose sono andate in direzione diametralmente opposta.
Poi ho cominciato a occuparmi di immagini, rappresentazioni, storie, a scoprire che un disegno può cambiare un territorio più di una legge.
Che raccontando una storia diversa, si può cambiare il modo di agire delle persone.
Questo stanno facendo i nostri figli nel mondo, provano a raccontare una storia diversa, e io credo proprio che ascoltarli sia il minimo che possiamo fare.
#climatestrike #lagrèveduclimat #fridaysforfuture