un’educazione no-global

succede a scuola le storie di Faccio Quello Che Posso

– Mammaa!

– Ciao tesoro ben tornato! Sali che è pronto, come è andata?

– Bene, ti devo raccontare una bella storia.

Evviva, vai!

– Oggi a scuola è venuta una signora, che forse è anche una maestra, e ci ha spiegato tutte delle cose scientifiche, tipo sui materiali, il cotone, i jeans, ma anche era un po’ di geografia, perché ci ha raccontato in quanti posti si lavora per fare un paio di pantaloni, e poi ci ha detto una cosa pazzesca: sai che se noi compriamo i jeans e li paghiamo 20 franchi, la persona che li ha fatti guadagna solo 20 centesimi!

– Accipicchia che storia importante  vi hanno spiegato, e poi?

– E poi ci ha fatto vedere anche le foto e anche degli indovinelli di geografia, beh pensavo che i miei compagni ne sapessero di più, ero sempre io ad alzare la mano. Tipo che ci ha fatto vedere una signora col velo e io ho detto che era asiatica. Lei ha detto che era giusto, ma che più precisamente era indiana. Perché i jeans li fanno in tutto il mondo. Il cotone in america, poi va in Cina per fare il filo, poi in India per cucirli, poi in Missisipi per tingerli e poi pensa che fanno un viaggio in Egitto solo per quelli punk, per fare la sabbiatura, che fa le macchie, gli strappi e i buchi che piacciono ai punk. Certo che quello se lo potevano risparmiare di viaggio.

– beh sì, noi ce li facciamo in una partita al parco gli strappi e i buchi.

Poi ci ha detto cosa possiamo fare per migliorare la situazione, e cioè trattare bene i nostri jeans e non comprare troppi vestiti, solo quelli di cui abbiamo davvero bisogno, e ci ha fatto vedere la camera di un bambino tutta piena di vestiti, un esagerato!

 

Se l’anno scorso mi avessero detto che dovevo trasferirmi alla scuola pubblica svizzera per dare un’educazione no-global ai miei figli non ci avrei creduto.

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