Da queste parti sono state due settimane di grandi novità. Per fortuna il passaparola sta occupando ogni piega del blog, altrimenti io non starei dietro anche alla scrittura.
I fatti sono così rilevanti però, che mi sembra giusto ritagliarmi uno spazietto tra questa pioggia di meravigliose parole, ( sto meditando di farne qualcosa di bello, ma ancora non so) per aggiornarvi sul resto.
Alcuni potranno pensare che uscire dal blog e arrivare nelle librerie possa montare la testa. In realtà a me la testa mi si è più che altro ammaccata, a furia di sbatterla sulla trave del tetto ogni volta che mi alzo dalla scrivania.
Così durante le vacanze di Natale ho cominciato a fare un delicato pressing sul mio consorte per trovare una soluzione.
Di solito il mio delicato pressing genera in lui terrore.
Devo concedergli che negli ultimi venti anni, quando ho cercato spazio, l’ho poi trascinato in qualche investimento immobiliare, che alla lunga si è rivelato geniale, ma al primo turno ci ha portati molto vicini alla bancarotta.
Stavolta galeotto è stato un cartello vendesi su una casa in mezzo alle vigne.
Io non ho intenzione di comperare casa qui. I prezzi di questo paese sono tali che solo a leggerli ci si sente male. Anche vendessimo la nostra casa di Milano, ( e io non voglio venderla) saldato il mutuo, ci resterebbe giusto per l’anticipo di una casa svizzera, e ci ritroveremmo sulla testa un debito che non pagheremmo in un vita.
Ma per perversione personale e deformazione professionale non so resistere alla visita di un immobile in vendita, soprattutto nel nostro villaggio dove non vendono mai nulla, perché tutto si tramanda di generazioni.
Così siamo andati tutti a vedere l’orrenda casa con la bella vista.
Una brutta villetta anni Sessanta, con ancora le tappezzerie della proprietaria morta, e uno spazio per ciascuno di noi, che ha ferito gravemente il senso estetico del capofamiglia.
Da lì per noi sei, compresi i gatti, si è aperto un nuovo orizzonte, ed è stato un attimo immaginarsi come staremmo bene se ognuno avesse una stanza, e chissene se è brutta noi ci vivremmo benissimo, e cosa serve avere tutti quei metri a Milano se ci tocca vivere qui. E di conseguenza la casetta perfetta è diventata improvvisamente e definitivamente troppo stretta.
Per mio marito invece è cominciata l’inquietudine di quando mi vede in caccia immobiliare e non sa ancora come andrà a finire.
Di solito il mio istinto e la sua inquietudine producono grandi affari.
Ma in questo paese non possiamo riprodurre i nostri giochi di ruolo, io che parto alla riscossa e lui che mi frena fino all’ultimo.
Perché qui io sono la moglie al seguito, e quando qualche mese si era liberato il monolocale sotto di noi, avevo provato a dire a Monsieur B. che saremmo stati interessati, ma la mia parola vale meno di zero e lui quando suona il campanello chiede sempre: Suo marito è in casa?
Quindi dopo qualche settimana di pressing delicato, tipo che passavo le serate a scorrere gli annunci immobiliari di tutto il cantone e gli mandavo email con appartamenti dagli affitti improponibili, ma che solleticavano il suo senso estetico. Dopo aver fatto i conti sui costi di un eventuale ennesimo trasloco e del ripristino della casetta dopo un anno di nostro uso.
Il mio consorte una sera ci ha messo un’ora, contro i normali dieci minuti, a tornare a casa dal lavoro, perchè ha incontrato Monsieur B. e hanno avuto finalmente una franca chiacchierata da uomo a uomo.
Il risultato è che lunedì mattina alle 9,00 suona il campanello:
– Bojour Madame, votre mari est là?
E no caro signor B. mon mari è al lavoro, ma se non si schifa c’è qui quello strano essere di sua moglie laureata e in grado di capire, parlare, e persino prendere decisioni…
E così come per miracolo, Monsieur B., che non deve aver lavorato un giorno in vita sua, perché è proprietario di mezzo villaggio e affitta ogni stalla, mi ha portato a vedere questa:
che sarebbero due micro meravigliose stanze con bagno, che dopo aver parlato con mon mari, lui ha separato apposta da casa sua costruendo un muro in una notte e che era pronto ad affittarci per una cifra da capogiro, ma sempre meno costosa di qualsiasi altra soluzione.
Ora per capirci quella che si vede fuori dal bagno è la nostra casetta, distanza 2m.
E quella che si vede qui sotto sarà la MIA stanza, l’ufficio di Faccio Quello Che Posso, un atelier di disegno, un ritrovo per nasty women, uno spazio per scrivere, e tante altre cose che sto solo cominciando a immaginare.
Quella che si vede dalla finestra è la piazza del paese, da cui arriva una luce meravigliosa anche in queste giornate d’inverno e dove non si può che trovare la giusta ispirazione.
Sull’altra stanza intanto si stanno allungando le lunghe mani del mio adolescente, è in corso una negoziazione, si stanno scrivendo certi trattati bilaterali, che prevedono al primo punto che in presenza di ospiti ogni suo diritto decada, vi aggiornerò sul resto.
Considerato che il totale è di circa 35mq, non potremo fare tutto quello che vorremmo, ma di certo saremo pronti ad accogliere tutti gli amici che vorranno venire a trovarci, e questo apre davvero una nuova prospettiva sul 2017!
Nota Bene: quel bel tipo di Monsieur B., dato che era in partenza per il suo solito mese in Brasile, per affari di cui preferisco non conoscere la natura, sfiancato dal mio sorriso disarmante, mi ha addirittura lasciato le chiavi prima di firmare il contratto, credo che non vi sia memoria di un tale evento nella storia della Confederazione.