Monsieur B. è il nostro padrone di casa. ( lo ripeto su precisa richiesta di mio figlio maggiore che sostiene non sia stata chiara)
Ma non solo. Monsieur B. è padrone di un bel pezzo del villaggio. Lo ha ereditato insieme a suo fratello dai genitori contadini.
Credo che il fratello, (che a ben vedere è un Monsieur B anche lui, ma non ne ha l’allure), conduca un esistenza più banale, una casa qui nel villaggio, un lavoro, dei figli grandi che hanno studiato, un trattore per la domenica, che qui non se ne può fare a meno.
Il nostro Monsieur B invece non ha mai lavorato un giorno in vita sua, conduce un’esistenza misteriosa, punteggiata di lunghe assenze per curare certi suoi affari, ora in Marocco, ora in Brasile. Si sa che ha una moglie sulla sponda sud del Mediterraneo, ma niente di più.
Quando però rientra sul suolo avito, Monsieur B è un’ape operaia. Con il suo pile grigio, unica concessione alla modernità, si aggira instancabile per le sue proprietà, tagliando un ramo qui, cambiando una tegola lì.
Prende molto sul serio e in prima persona la manutenzione delle sue proprietà, e la cura di noi inquilini, che rappresentiamo la sua rendita. Ci tiene che siamo soddisfatti. Alla sua maniera.
In gennaio, subito prima di partire per il Brasile, aveva chiuso in una notte con il cartongesso una porta per poterci affittare il prima possibile due bellissimi locali di casa sua.
Essendo in procinto di dirigersi ai tropici, aveva trascurato il dettaglio che se lui partendo avesse staccato il riscaldamento, noi saremmo rimasti al freddo. E così puntualmente è avvenuto. La cosa lo ha molto preoccupato, intanto si era rotto anche lo scaldabagno, e per questo mi ha telefonato parecchie volte dal Brasile, senza però trovare una soluzione.
I dettagli non sono evidentemente il suo forte. Dopo il riscaldamento, ha fatto parecchia fatica a darci copia delle chiavi.
Una sera mentre giravo il risotto avvolta nel mio grembiule con le oche regalo natalizio di mio zio, suona la porta.
–Oh buonasera Monsieur B., bentornato, come sta?
–Bene, Madame grazie, allora sono qui per la chiave.
–Ah, grazie, ha fatto una copia, benissimo,grazie mille.
–No Madame, non ho fatto una copia, ma le do questa
–Ah grazie comunque.
–Io gliela do, Madame, però…
–però…
– però faccia attenzione.
–Beh sì certo Monsieur, è una chiave, faremo molta attenzione.
–No, non è una chiave.
-Ah, no? Mi sembrava..
–No! Questo è un passepartout! Ma io ve lo do.
–Accipicchia grazie, farò molta attenzione.
–Sì, e poi Madame..
–Si?
–Voi siete italiani..
–E?
– Beh, anche la segretaria del Comune qui di fronte è italiana, vi capirete.
Francamente io non ho capito molto, ma presumo che volesse dire che il comune sta facendo storie per dargli il permesso per affittare i due locali senza riscaldamento e soprattutto senza posti auto, ma che noi siamo italiani e a queste cose siamo abituati. Intanto noi squattiamo in casa sua.