Col ritorno di Monsieur B e l’arrivo della primavera, si è superata la questione del riscaldamento nel mio nuovo studio.
Ho potuto quindi cominciare a preoccuparmi di altri marginali aspetti, come far arrivare il wifi al di là del cortile.
Consapevole che Monsieur B non è esattamente un nativo digitale, ho evitato di annoiarlo con queste faccende.
Gli avevo solamente chiesto a suo tempo, se gli risultava ci fosse un collegamento elettrico tra i due edifici. Speravo di potermela cavare con una di quelle meravigliose scatolette che si infilano nella presa e trasportano il segnale, ma lui è stato categorico, le due case hanno due quadri elettrici, sono indipendenti.
Devo quindi trovare una soluzione più radicale, ma nel frattempo son presa da mille cose belle, presentazione del libro e progetti vari di cui non voglio perdere l’ispirazione.
Così rimando e mi ripeto ossessivamente:
ora finisco questo e chiamo per il wifi, poi finisco quello e chiamo per il wifi. Oggi giuro che chiamo.
Il tempo passa, finché una mattina, mentre controllo le email dalla cucina, suona il campanello.
– Bonjour Madame.
– Bonjour Viggo, ma le ho telefonato io?
–No Madame, sono solo venuto a controllare se lo scaldabagno funziona ancora e a chiederle i dati di Monsieur B per fare la fattura.
–Ah, ma questo è fantastico, davvero l’universo ascolta, io dovevo proprio chiamarla per chiederle un consiglio per il mio wifi, vede quella finestra lì? Ecco non so come farcelo arrivare.
-Ah mi spiace Madame, ma non è una cosa di cui mi posso occupare, ma ho la persona giusta per lei, quello che lo ha fatto a casa mia.
Così piena di gratitudine ho accompagnato Viggo alla porta di Monsieur B e ho assistito ai loro riti tribali di presentazione.
Dopo il proprio nome e cognome, hanno nominato cugini e parenti fino alla quarta generazione, più il nome di qualche vigna, fino a trovare tutte le conoscenze in comune, perché in questo Paese funziona così.
La cosa è andata bene per Viggo, che direi abbia passato l’esame di Monsieur B e si sia aggiudicato un nuovo cliente.
Io però ero da capo a dover telefonare per il wifi: Ora finisco questo e domani chiamo.
Finché due giorni dopo suona il telefono.
– Bonjour Madame, mi ha dato il suo numero Viggo, e mi ha detto che aveva un problema per il wifi, se vuole io sono disponibile a passare domattina da lei.
Sempre più fiduciosa nell’universo e in Viggo, ho accolto l’esperto wifi, che purtroppo ha confermato che visto lo spessore dei muri un ripetitore non sarebbe efficace.
Davvero la soluzione migliore è tentare il collegamento elettrico, tanto che facendo delle prove lui rileva un debole passaggio di segnale, quindi un qualche contatto potrebbe esserci.
Non resta che parlare col padrone di casa e scoprire come funziona l’impianto elettrico delle due case, ma comunque ci vuole un elettricista.
Mi lascia poi il numero di un elettricista, che si chiama Albero di Natale, a me normali mai.
Torno alla carica con Monsieur B.
– Bonjour Monsieur, si ricorda che le avevo chiesto per internet.
– Bonjour Madame, desolato, ma io non conosco internet.
–No, immagino, Monsieur B, mi basterebbe sapere se lei ha idea se esiste un collegamento elettrico tra le due case.
–Ah, beh, le due case hanno due quadri elettrici, glieli faccio vedere, però…
–però..?
intanto Monsieur B guarda pensieroso verso il cielo.
–in effetti un tempo qui c’era un cavo aereo che collegava le due case..
– ah perfetto! E poi?
–e poi hanno messo tutto sottoterra.
-benissimo, quindi esiste un collegamento tra le due case, proprio quello che mi serve!
–già, però non so dove passi, e le persone che hanno fatto il lavoro…
–eh, sì, bene, sono elettricisti, possiamo chiedere a loro?
– eh, no, non sono più in questo mondo.
A quel punto la mia fiducia nell’universo e nella modernità del mio impianto elettrico hanno avuto un sussulto. E non mi ha rincuorata neanche la visita ai bellissimi quadri elettrici pieni di fusibili. Comunque Monsieur B non si arrende:
–Allora Madame, ci sarebbe un elettricista che si chiama Albero di Natale, se vuole venire in macchina con me andiamo subito a chiedergli.
–grazie Monsieur, verrei davvero volentieri, ma tra poco arrivano i ragazzi per pranzo, non preferisce che telefoniamo?
–No, Madame, meglio sempre andare di persona, allora vado io, subito.
E’ andato e tornato. Ora io sono nella mani di Albero di Natale. Non sarà facile venirne a capo.