Un marito in Scozia.
Uno scaldabagno rotto, per la terza volta, in Svizzera.
Un padrone di casa, Monsieur B, in Brasile, che telefona dicendo che possiamo andare a fare la doccia a casa sua, senza riscaldamento.
Tre figli più meno raffreddati o convalescenti.
Due gatti che alle due di notte devono uscire a controllare i confini del loro territorio.
Al centro di questa bizzarra geografia, io.
Cerco di coordinare il traffico per evitare incidenti, mentre mi sento parecchio frastornata.
E metto su pentole d’acqua a scaldare, à l’ancienne.
Poi stamattina tra una telefonata dalla Scozia e una dal Brasile, chiama Monsieur B Junior, il fratello minore, e mi dice che ha qualcuno che si può occupare del mio riscaldamento, se mi va bene che arrivino entro mezz’ora.
Quando suonano il campanello, apro e c’è Viggo in tutti i suoi due metri di splendore.
Mentre io sorrido stordita, lui apre lo scaldabagno, poi dice che deve andare a recuperare un pezzo e i suoi occhiali, perché non ci vede più come una volta…
Non è ancora tornato, ma chissà senza occhiali magari mi ha scambiata per Arwen.
Nel caso, mi spiace, se non sentirete più parlare di me, sarò nella foresta a leggere Noam Chomsky e a mangiare radici.
Tanto sono due settimane che mi alleno a lavare i piatti con l’acqua gelata.
…PS
Viggo è tornato.
Insieme a una palla di pelo bianco grande come i nostri gatti, ma più canide che felino. Mi ha chiesto se poteva farlo entrare. Ho chiuso la porta della sala, i felini dormono spalmati sul divano. La palla di pelo ha una coda, che si agita molto, e un muso con un lingua molto festosa.
Ora si stanno occupando del mio scaldabagno.
Credo per questa volta rinuncerò alla fuga nei boschi.