Abbiamo deciso di crescere con i nostri figli in un paesino della Val Tidone, nove anni fa, le nostre origini sono di questo territorio, non è stato difficile ma sicuramente strano tornare in questa altra forma: famiglia.
E’ stata una scommessa, sapevamo cosa cercavamo ma senza la certezza di trovarlo.
Lasciando la città ci dicevamo che, se non fosse andata bene, potevamo sempre tornare! Un pensiero, forse, a cui attaccare le piccole paure…
La casa si trova nel centro di un paesino affacciato sul fiume, con castello, vicoli, case in sasso, alcuni bar, negozi e un po’ di gente che non manca di un sorriso.
Qui le persone sono tranquille, senza fretta, pronte ad offrirti un caffè e sentire se va tutto bene, ascoltandoti.
Di certo, il “villaggio” non ti esonera da scontri, incomprensioni, dissapori in vari ambiti ma sicuramente ti permette, lo è per noi, di avere spazio, natura e possibilità di riequilibrarti e ridimensionare le tensioni.
La mattina i ragazzi vanno a scuola da soli a piedi, materna, elementari e medie sono tutte in paese, piccole, a misura d’uomo, anzi di bimbo.
Il più grande dei tre figli è già alle superiori, sveglia presto e di ritorno nel pomeriggio, un po’ gli pesa ma è contento, ogni giorno, di tornare e quando ripensa agli anni passati a scuola qui, ricorda e gli manca, il guardare fuori dalla finestra, sentire gli uccellini tra gli alberi e perdersi nel paesaggio… il secondo, che frequenta la prima media adora, quando va a scuola, poter vedere le colline e il sole che spunta, il terzo, “il selvaggio”, che il primo giorno di scuola della 1°elementare, uscendo mi consegna cartella, si toglie scarpe e calze e a piedi nudi mi comunica che va a casa, qui, ha spazio e natura per ricaricarsi ed esprimersi.
Nel pomeriggio, i bambini si ritrovano fuori spesso al fiume che, spettatore di avventure di generazione in generazione, è pronto ad accogliere giochi, avventure da sempre e quando passano in piazza c’è sempre un occhio che osserva gli spostamenti così che tutti se ne prendono cura a loro modo, dal droghiere che tiene il pane per fargli i panini a chi taglia l’erba al campo per farli giocare.
Ora, a distanza di anni, anche se non mancano prove quotidiane da affrontare, le paure sono sparite del tutto!
Viviamo in un paese generoso e ne siamo felici.