Ci siamo accorte che appena si parla di scuola gli animi si scaldano, nel bene e nel male. Dal nostro micro osservatorio abbiamo raccolto reazioni appassionate e questo ci fa piacere.
Io amo la scuola, di ogni ordine e grado, ho respirato la passione della mia nonna maestra, al punto che non avrei mai smesso di studiare e vivo in una costante nostalgia. Amo leggere, scrivere, le matite, i quaderni, i libri, le etichette, l’intervallo, i bambini e la loro curiosità, i maestri e i professori appassionati.
Altrettanto odio la scuola che non funziona, a cui vengono tagliati i fondi, che mantiene insegnanti non preparati e non motivati, che non aggiorna e non prepara alla società che cambia, che presta sponda a frustrazioni e piccoli giochi di potere, sulle spalle degli studenti, che non sa riconoscere i talenti.
Per questo sono convinta sia necessario parlarne, raccontare cosa succede ogni giorno a scuola. Come stanno i bambini e i ragazzi. Come stiamo noi genitori. Cosa pensano gli insegnanti.
Poi magari raccontandoci questa storia ci possono venire delle idee, su come tenere insieme i pezzi, tutti quelli buoni che restano, e come liberarci di tante cose inutili e superate e forse addirittura trovare il modo perché i nostri figli non debbano portare la carta igienica da casa e siano valorizzati nelle loro molteplici meravigliose intelligenze.
Quindi FQCP apre oggi con un racconto di Azzura, la sezione Succede a Scuola.
A Scuola – esercizi di vita
Mi chiedo, quando un figlio, all’uscita di scuola, ha gli occhi lucidi e si dirige, arrabbiato, svelto verso casa, Perché?
Mi fa capire che con un nuovo insegnante di musica ha avuto una discussione, non vuole aggiungere di più, si vede che ne è ferito e quindi gli do spazio e tempo per trovare la voglia di farmi partecipe.
Quando, finalmente un po’ più calmo, ma ancora arrabbiato, mi racconta che il prof. ha risposto a suoi interventi in malo modo invitandolo ad andare a lamentarsi dai genitori tanto ora i bambini sono sempre protetti e difesi, virgolettando con le dita la parola “genitori”, respiro, un paio di volte… aiuta.
Dentro mi esplode una bomba, quella costruita negli anni con figli delusi, scoraggiati da un mondo che non rappresentava le loro aspettative (e le mie) come le mattine che il più piccolo, piangendo, si attaccava alla porta pregando di non farlo andare perché stanco ed esasperato dalle urla della maestra, un altro offeso dagli spiacevoli aggettivi con cui l’insegnante lo apostrofava o il più grande che smette di uscire al pomeriggio perché vittima di scherzi da parte di compagni più grandi…e così via, incontri dal preside, chiacchierate con insegnanti e pianti notturni, fino al punto che ho seriamente pensato di ritirarli e creare una scuola nuova, diversa, in casa ma che poi tutto svanisce, ci rido sopra, con serenità e lo abbraccio.
Tempo fa ho deciso di non nutrirmi più con rancori ma di serenità e per questo la semina è quotidiana. La mia scelta non è più quella di andare a difendere mio figlio attaccando il prof., facendo valere le mie opinioni ma dare, spero, strumenti per affrontare questo nuovo esercizio di vita e farne tesoro anch’io!
Le esperienze m’hanno convinta che attraverso lo scontro, l’opposizione ed il giudizio non si può costruire nulla e sforzarsi di cambiare gli altri è inutile ma viceversa lavorando su se stessi, sulle dinamiche che si muovono dentro di noi si può trasformare le incomprensioni e le nostre relazioni costruendo una vita più serena.
saverio zaonoli
Sono molto contento che ci si un evoluzione nei rapporti interpersonali. Ed Azzurra ha trovato una nuova strada. Questo mi fa doppiamente felice. In primis, perché la consapevolezza di un possibile mondo migliore si fa sempre più strada, anche se ne rimangono kilometri e kilometri. E poi perché sono innamorato di questa donna dal momento che l’ho vista nascere. E ne sono davvero felice.