Qui in Svizzera si sa è tutto organizzato in anticipo.
Così anche gli avvisi in cartella comunicano e chiedono autorizzazione per gite e avvenimenti scolastici vari molti mesi prima, si firma e poi si fa in tempo a dimenticarsene.
Ci ho messo un po’ a organizzarmi, ho perso vari colpi, fatto figuracce, ma ora mi sembrava di aver trovato un buon sistema.
Abbiamo una grande agenda di casa dove annotiamo tutto, anche chi dovrà portare la merenda all’uscita scout di molte settimane dopo.
All’inizio ci faceva strano, ma ora è piuttosto comodo.
Se tutti collaborano…
Qualche mese fa:
– Mamma c’è un avviso che devi staccare un pezzo e ridarlo a scuola, però io non lo trovo, e comunque non ci voglio andare!
– Ma come non lo trovi, ma di cosa parla?
– Ma, boh, di una festa del paese, ma io non ci vado!
– Ma tesoro forse è bello e magari non è gentile non andare se ci va tutto il paese, ti ricordi almeno quando è?
– Ma, boh, credo a giugno.
– Ah, va bene, manca ancora parecchio tempo, magari cambi idea, tu trovami l’avviso e poi ci pensiamo con calma.
A un certo punto non so come l’avviso compare tra i vari fogli della mia scrivania, parla di un corteo di bambini il quattro giugno, quando noi probabilmente rientreremo in Italia per votare alle amministrative, quindi piuttosto serena scrivo due righe spiegando che non potremo esserci.
Qualche tempo dopo perquisendo la cartella trovo però un altro foglietto che chiede di portare una maglietta bianca da dipingere insieme a scuola per il travestimento.
Mi viene il pensiero che tutti i bambini avranno la maglietta dipinta e ancora una volta il mio sarà il diverso.
Così approfitto del fine settimana milanese con cambio di guardaroba della sorella e tra un paio di jeans e una felpa, infilo nel sacchetto anche una maglietta bianca nuova, poi si vedrà se andrà alla festa o no.
Ieri sera disfando le valigie…
– Tesoro ecco qui, tieni la maglietta bianca che ha chiesto la maestra, mettila in cartella, così domani ce l’hai.
– No, NO e poi NO! Io alla festa non ci vado e soprattutto non voglio nessuna maglietta bianca!
– ?? Urca tesoro c’è qualche problema che non ho capito?
– Ti ho già detto che alla festa non ci vado.
– Sì lo so, probabilmente non saremo neanche qui, ma ho pensato che magari ti fa piacere avere anche tu la maglietta dipinta per ricordo, se no cosa fai in classe mentre gli altri pitturano?
– Non lo so, non mi importa e comunque io quel travestimento non lo voglio!
– Ah, quale travestimento?
– DA MUCCA!
A quel punto il dibattito diventa familiare, non si può resistere alla curiosità e si trattengono a stento le risate per rispetto al settenne oltraggiato.
– Scusa fammi capire, ma sei solo tu che ti devi travestire da mucca o anche qualcun’altro?
– Tutta la mia classe, siamo mucche, poi la sesta sono trattori e la quinta poverini sono capre!
– E il tuo amico S. non si deve travestire?
– Sì, pensa a loro toccano le pecore!
– Capisco, e gli altri cosa dicono?
– Non sono mica l’unico, siamo in tanti a essere arrabbiati di essere mucche, mi sa che facciamo una protesta.
Non se il Sindaco sa cosa l’aspetta o se il comitato organizzatore della festa fosse preparato quando ha immaginato un corteo di bambini in maschera per il paese, ma tra le mucche c’è aria di rivolta, e forse vale la pena di esserci.
Anche i simboli svizzeri scricchiolano agli occhi delle nuove generazioni.