2 commenti

  1. Giuliana Arena

    Cara, quello che scrivi è veramente bellissimo. Ed è strano pensare che, in mezzo a tante persone che si incontrano, in qualche preziosa e rara occasione, si trovino sintonie così, percorsi che si intrecciano in mille modi, infinite cose da dirsi e quindi sì, un bicchiere di vino è il minimo la prossima volta.
    A volte trovo profondamente ingiusto che la mia esperienza di prematurità si sia conclusa così, con quel piccolo miracolo di nome M. Mi capita di sentirmi quasi in colpa, perché non ho meritato quella fortuna, mi è toccata e basta. Però, se questo novembre tu hai pensato alla mia storia e questo ti ha fatto sentire un po’ meglio…allora sì, un qualche senso, misterioso, deve averlo. Un abbraccio grande! G.

    • Alessandra Spada

      Io credo che tutto abbia un senso, il difficile è vederlo nel momento in cui succede. Il mio bambino che non c’è ha dato forma alla mia vita almeno quanto quelli che ci sono. E mi piace pensare che abbia guidato i miei passi e condotto certi incontri, di sicuro il nostro. Ogni volta che io vedo qualcuna riuscire dove io ho fallito, sono felice, davvero, sento che la staffetta continua e va sempre più avanti. Mi è successo da poco con la mia amica S., tre figli anche lei, da qui ha vinto un bel posto in un’università straniera e mi son sentita orgogliosa come fosse mio. E così incontrare te, e M., è stato davvero un regalo, solo tanta gioia, nessuna ingiustizia.
      Ora smettiamola che se no le lacrime non si contano e il bicchiere di vino non posso mica farmelo da sola prima di mezzogiorno!

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