Ho incontrato Alberto Pellai nel suo studio in università.
In una classica giornata d’autunno a Milano, forse piove, forse no, intanto tutto è umido e grigio.
Mi sono incamminata per strade ben note. Ho ripreso il vecchio tram 23, almeno quello resiste non l’abbiamo venduto a San Francisco, ripercorso i marciapiedi della giovinezza, il centro sportivo c’è ancora, gli studenti in pausa pranzo sono sempre chiassosi alla stessa maniera, l’odore di panini non è cambiato.
Tutto questo insieme, odori, rumori, immagini, mi stampa un sorriso bislacco in faccia, con quel retrogusto di malinconia di ogni volta che torno in questo luogo che ha raccolto tanti dei miei sogni.
Col mio miscuglio di sentimenti in pancia ho suonato il complicato citofono.
L’appuntamento era dalle 13.15 alle 13.45, perché lui non mangia tra una lezione e l’altra. E alle 13.14 gentilissimo, mi ha aperto.
Avrei dovuto intervistarlo sul suo ultimo libro, L’educazione emotiva, appena uscito per Fabbri.
Il libro mi è piaciuto, ci ho trovato diversi registri, alcuni mi corrispondono, altri meno, ma apprezzo sempre quando gli studiosi si sforzano di rendere la loro scienza accessibile ai più e poi le neuroscienze mi appassionano.
Ma soprattutto mi è piaciuto l’incontro.
Dopo qualche minuto lui era in difficoltà per stampare la lezione, anche io quando lavoravo lì mi incartavo sempre con le stampanti di rete. Mi sono offerta di aiutare come potevo, e lì è arrivata la prima piccola confessione:
” dietro ogni uomo c’è una grande donna, e mia moglie è molto più brava di me nelle cose tecnologiche”
Ecco a me un uomo che dopo cinque minuti richiama i meriti di sua moglie, mi sta già simpatico.
Perché da sempre io sono diffidente, da che ho memoria davanti a persone importanti, famose, ammirate, studiose, mi sono sempre chiesta: Ma sarà un bravo marito? e soprattutto, è un bravo padre?
E se poi uno riesce a scrivere un sacco di libri, insegnare, essere un padre presente per quattro figli e un marito rispettoso, e anche trovare il tempo per ricevere una sconosciuta che si è messa in mente di fare un blog per genitori, allora io il suo libro lo divoro, se non altro per gratitudine.
Perché si sa che Faccio Quello Che Posso è sempre a caccia di padri, quei pionieri che si godono l’essere genitori e hanno anche l’ardire di raccontarlo.
E mentre diffida di quegli esperti che parlano solo in teoria, trova pura ispirazione in coloro che scrivono di vita vera.
Quando Alberto Pellai racconta: ” …ogni volta che sono diventato padre, per me è stata sempre una prima volta. La gioia che ho provato davanti al mio primogenito si è ripresentata, immodificata e potentissima, anche in occasione della nascita degli altri tre. Ho ancora in mente, come in una sequenza cinematografica, il primo istante in cui ho avuto tra le mani i miei bambini, l’emozione incredibile che mi ha travolto quando ho osservato il loro volto piccolo e un po’ rugoso…”
ecco, io gli credo, e mi commuovo.
E allora tutte le pagine che seguono non sono per me i consigli dell’esperto, ma le parole di un padre che condivide le sue emozioni universali, in cui mi ritrovo e che faccio mie.
Aspetto allora il prossimo, che mi ha promesso sarà scritto con sua moglie, allora spero avrò occasione di conoscere questa grande donna.
Ho conosciuto il prof Alberto Pellai ad in paio di incontri . Sono rimasta affascinata dalla sua simpatia e dalla semplicità con la quale affronta argomenti importanti concernenti l’emotività e l’educazione dei figli. Sono convinta anche io che al fianco di un uomo così meraviglioso ci sia una donna altrettanto meravigliosa. Sempre felice di leggere i suoi scritti, attendo di partecipare ad un incontro sui ragazzi adolescenti e non più adolescenti .
Grazie Ausilia,
sì sì spero anche io di leggere presto qualcosa di nuovo. Ne portremo parlare anche qui.
a presto spero
Alessandra
Ritengo che Alberto Pellai sia prima di tutto un padre. …..questo traspare chiaramente quando racconta di come affrontare tutti i problemi. …che noi genitori dobbiamo affrontare oggi…..tutto troppo presto. …tutto così difficile. …..ma lui rende tutto così semplice. ….in due parole grande uomo……
Attendo i prossimi convegni
già e questo fa la differenza, davvero.
grazie Barbara