Sabato pomeriggio, sull’autobus che ci porta alla riunione dei lupetti e a un attesissimo pomeriggio mamma-figlia…
– Martedì è la giornata della stravaganza a scuola, vorrei tanto mettermi uno di quei pigiami interi con le orecchie da coniglio che hanno le mie compagne, possiamo andare a vedere se lo troviamo e se non costa troppo?
– Ora accompagniamo tuo fratello e poi vediamo. E tu, piccolo, cosa ti vuoi mettere per la giornata della stravaganza?
– No ma da lui non c’è, è una cosa solo della nostra scuola, sono gli studenti che la organizzano e i rappresentanti chiedono il permesso al direttore.
– Ah, io lo sono.
– Cosa?
– Eh, un rappresentante.
– Come sei un rappresentante?
– Eh, mi hanno votato.
– Ma come amore, ma è una notizia bellissima, sei rappresentante della tua classe? E quando è successo? E come mai io non lo so? E cosa devi fare?
– Eh all’inizio dell’anno la maestra ha chiesto chi lo voleva fare e allora abbiamo votato e io ho preso un voto in più di A. e allora ho vinto.
– Caspita, ho capito, ed eravate solo tu e A. che lo volevate fare?
– No eravamo tantissimi, allora abbiamo votato due volte.
– Urca, avete fatto addirittura il ballottaggio?
– Sì ma non sapevo come si chiamava. Abbiamo votato la prima volta ed eravamo tantissimi, poi siamo rimasti solo i primi cinque e abbiamo rivotato e io ho battuto A.
– E non c’erano femmine? E tu ora cosa devi fare?
– Sì c’erano M. e C., ma ho battuto anche loro. E poi ho fatto la riunione col direttore.
– Col direttore, addirittura e come mai?
– Una volta al mese i rappresentanti vedono il direttore e parlano delle cose importanti.
– Accipicchia, proprio una cosa seria, e voi di cosa avete parlato questa volta?
– Abbiamo parlato di cosa succederà alla giornata sportiva e il rappresentante dei piccoli ha chiesto se si possono mettere scivoli e altalene e noi abbiamo chiesto se nel piccolo prato sul bordo del cortile possiamo mettere delle piccole porte di calcio.
– Beh mi sembrano cose davvero importanti, ma non ci sono già le porte?
– No ci sono due canestri, la pista di biglie, e i disegni per terra per saltare, ma niente porte di calcio.
Quindi il mio bambino che ha appena compiuto otto anni, in dodici mesi è passato da essere l’ultimo arrivato a cui facevano brutti scherzi, a una nuova classe in cui è eletto, a furor di popolo, per trattare col direttore questioni fondamentali per la felicità delle masse.
Diciamo che il percorso d’integrazione qui va al galoppo, almeno per lui.
Anche se, se gli si chiede quali sono i suoi amici, comunque nomina L., E., S. gli amici da sempre, in Italia.
In fondo anche lui qui è in missione, ha un lavoro da compiere.
Il cuore è ancora a casa giù dalle Alpi.
Intanto la nonna, informata in video dell’elezione, sta cercando di lavorare sul concetto di rappresentanza democratica, che comprende anche le femmine e anche quelli che non giocano a calcio, pure se non hanno votato per lui.
Dettagli che avremo modo di approfondire.