4 commenti

  1. Magda

    Belle parole di gente fortunata “emigranti di lusso”, di persone che nulla hanno in comune con chi, migrante, dorme alla stazione, con chi non riesce per lungaggini burocratiche a far riconoscere il proprio stato di rifugiato, con chi è fuggito da guerre e violenze e che ha rischiato la vita nel viaggio, con chi non sa se ci sarà un domani dignitoso….E potrei continuare, ma mi fermo per non cadere nel “populismo” , parola inflazionato che ha perso il suo vero significato.

    • Alessandra Spada

      Cara Magda,
      mi spiace che non abbia capito, è proprio questo il punto. Se si riuscisse a vedere che la parola è la stessa, il movimento è simile, è solo la fortuna a essere differente, forse potremmo cominciare a usare la parola migrante nella sua accezione reale, che non è positiva, né negativa, designa un movimento. E poi accanto potremmo metterci delle specificazioni, degli aggettivi, fortunati, sfortunati, di lusso…quello che desidera. Allora il concetto sarebbe meglio posto all’interno di un mondo che cambia, in cui le persone si spostano. E chi dorme in stazione centrale non è poi così diverso da noi, ha solo una diversa fortuna, e forse colore della pelle.
      La diquisizione può sembrare capziosa, ma io confido nei cambiamenti culturali e nelle prossime generazioni. E queste sono fatte anche da un fortunato bambino di sette anni che sulla spiaggia si definisce emigrato. Perché per quel bambino quella parola non avrà mai un significato negativo, lo stesso non posso dire di molti suoi coetanei e connazionali.

      con rispetto
      Alessandra

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