Ora lo so, nessun genitore nasce esperto. C’è chi ha già visto prima dei bambini da vicino e pensa di sapere come funzionano. Chi invece non ne ha voluto sapere nulla fino a quel momento. Ma siamo tutti genitori inesperti.
Io da che ne ho memoria ho cercato di capire quale fosse il modo giusto e la famiglia giusta. Con la mia testa dura da ricercatrice ho affrontato la prima ricerca sul campo con la determinazione di una bambina per cui ne andava della vita.
Non ero persuasa dal modello alternativo di famiglia separata che si andava sperimentando sulla mia pelle, del privato che è politico e di tante affermazioni altisonanti che rimbombavano nelle mie orecchie di bimba, senza semplificarmi l’esistenza.
Così per capire gli adulti che avevo intorno, ho aperto gli occhi prestissimo e ho cominciato a cercare vicino a me, nelle famiglie degli amici, nei libri e anche tra gli animali, modelli di genitorialità che mi scaldassero il cuore.
Nel tempo ne ho ricavato una convinzione: tutto sta nel mettersi davvero in gioco, non tirarsi indietro e fare quello che si può, sbagliando in prima persona e raccontandolo senza paura con onestà.
Poi sono arrivati i miei figli.
E niente ci potrà preparare ad essere genitore dei nostri figli, siamo tutti inesperti.
Io per farmi coraggio ho sempre letto tanto e inventarsi genitore non è stata l’eccezione, anzi. Spesso mi è sembrato che le parole sulla pagina fossero lì apposta per me, in quel luogo, in quel momento.
Gli autori di quelle parole che risuonano sono diventati i miei riferimenti, ora vorrei condividerne i saperi e raccoglierne degli altri, ci vuole coraggio per scrivere una nuova storia e non lo si fa da soli.
In questo momento sto leggendo, Il Genitore Consapevole, un libro scritto in coppia da Myla e Jon Kabat-Zinn, una madre e un padre non proprio qualsiasi, lui, statunitense, biologo di formazione è stato il primo a proporre l’integrazione dei principi del buddismo zen, – il suo maestro è Thich Nhat Hanh- in ambito scientifico e applicarli in campo medico, quella che oggi conosciamo come mindfulness. Insieme hanno cresciuto tre figli e pubblicato questo libro per la prima volta nel 1997, per poi aggiornarlo da nonni, nel 2014.
Le loro parole mi commuovono ogni sera, mi chiedo come mai non mi siano capitate prima tra le mani.
Myla Kabat-Zinn racconta la mia storia:
“Anche se io non ho mai fatto formalmente meditazione, ho sempre avuto bisogno di tempo e spazio per stare tranquilla, in silenzio … I momenti di meditazione hanno assunto poi varie forme: seduta nel bel mezzo della notte ad allattare la mia ultima bambina, … o guardando in faccia un adolescente infelice, arrabbiato, cercando di capire le cause e intuendo di cosa abbia bisogno.”
Insieme si indignano per ciò che indigna me:
“la nostra cultura non attribuisce sufficiente validità al ruolo di genitore e non lo onora come merita. È assolutamente accettabile che le persone si dedichino al cento per cento alla carriera, o alle relazioni o a trovare se stesse, ma non ai loro figli”
Danno voce ai miei pensieri: “essere genitori consapevoli richiede un impegno in una ricerca interiore su noi stessi”
E poi raccontano la storia di Faccio Quello Che Posso:
” non esiste il metodo giusto per fare i genitori. Ma molti modi per crescere bambini sereni”
“ognuno di noi deve trovare il proprio modo: certo, confrontandoci, nel farlo, con altre prospettive, ma soprattutto cercando di fidarci dei nostri istinti, nell’esaminarli e nel metterli in discussione”
Mi sa che questa storia del genitore consapevole calzi a pennello a FQCP,
inesperti sì, ma consapevoli.
Io vado avanti a leggere, e ne racconterò ancora, magari dopo un po’ che l’ho finito sarò più distaccata..