8. Un cuore che batte

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Finalmente anche lui l’aveva raggiunta nella città deserta, nella loro casa in cima alle più ripide rampe di scale che edificio urbano abbia mai conosciuto.
Fino ad allora ci avevano scherzato su quelle scale, li avrebbero mantenuti in forma, pensavano.
Ora cominciavano a diventare un problema, e non immaginavano quanto lo sarebbero state.

Ma quel giorno non ci pensavano. Stavano andando all’ospedale dei bambini. Non quello solito vicino a casa loro. Quello poco lontano dove lavorava la dottoressa  L. che li aspettava a braccia aperte. Non li conosceva, ma era stata avvisata del loro arrivo e la loro storia doveva averli commossi.
Li accolse con grande affetto e fece di tutto per rassicurarli.
Vide tutto quello che doveva vedere, anche la spirale, e alla fine alzò il volume:  

tutum, tutum, tutum…

Il suono del cuoricino che batteva riempì la stanza e cambiò per sempre le loro vite.

A quel punto restava solo da togliere la spirale, ma la dottoressa da sola non si fidava, bisognava prendere un altro appuntamento e avere una sala operatoria a disposizione.

Finalmente però le eterne vacanze urbane si avviavano verso la fine e la ragazza era riuscita a parlare con la sua adorata ginecologa.
Si erano date appuntamento per due giorni dopo nell’ospedale che lei avrebbe imparato a conoscere molto bene.
L’avrebbe affidata alle sicure mani della dottoressa K. e della sua equipe. Se c’era qualcuno capace di affrontare la situazione, erano loro.

Così, ancora due giorni d’attesa. Ancora un ecografo. Ancora un lettino.
A questo punto però sarebbe stata nel miglior posto del Paese, con i migliori medici, e lei finalmente si sentiva al sicuro. Si fidava e si sarebbe affidata.

 

…segue

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