Questo finesettimana Faccio Quello Che Posso ha commesso una mancanza imperdonabile, ma per un’ottima ragione, abbiamo festeggiato.
Non abbiamo postato la recensione della domenica, è la prima volta dal gennaio 2016.
Ma abbiamo fatto festa e per un sacco di buoni motivi.
Il primo, più importante, è che due nostri amici, una lei e un lui di cui rispetterò la privacy, hanno fatto una cosa bellissima: si sono spostati.
Ora, non saranno i primi, né gli ultimi, non hanno dovuto aspettare nessuna legge speciale per coronare la loro unione. Ma la loro storia mi mette una felicità che mi fa sorridere le orecchie, perché loro hanno avuto un coraggio e una sfrontatezza che non sono da tutti.
Hanno avuto il coraggio di essere felici, nonostante non siano proprio di primo pelo, nonostante nelle loro vite precedenti ci siano tanti nonostante che avrebbero fermato anche i più impavidi, nonostante questo abbia voluto dire far posto a cinque, sì cinque, figli sotto lo stesso tetto.
Io da quando sono piccola ho tra i riferimenti fondamentali Yours, Mine and Ours, tradotto non benissimo in appuntamento sotto il letto, Henry Fonda che si sposa con Lucille Ball e mettono insieme 18 figli, più uno in arrivo.
Tutti quei bambini insieme mi hanno sempre fatta sognare. Il papà che il mattino di Natale non ha ancora finito di montare biciclette.
Oggi ho una visione un po’ più realistica della faccenda, e so che il sogno può talvolta rasentare l’incubo, ma pensare a cosa son stati capaci di fare quei due, immaginare quei sette che fanno colazione tutti insieme, mi dà fiducia nella vita.
Quindi tutta piena della mia felicità non ho guardato in faccia nessuno e ho detto: io vado!
Ma tra il mio dire, e il fare di tutti gli altri ci sono sempre in mezzo verifiche, conferenze, interrogazioni, feste del magico mondo degli unicorni, così stavolta non ho solo detto, io vado!
Ma anche: noi andiamo senza di voi, che dovete tutti studiare.
Dove il noi, sta per me e il mio piccolo PR che ha un amico che lo attende in ogni porto, e non ha certo problemi a trovare ospitalità per una notte, mentre la mamma danza la gioia.
Così forti del nostro sorriso e di un’andata e ritorno CFF siamo scesi verso la primavera.
E non siamo stati delusi. Il sole ci ha accolti.
La nonna aveva i soliti chili di mozzarella ad attenderci.
La mia mitica sarta aveva pronta per me una sfolgorante gonna rossa da cui non mi separerò mai più.
Al pomeriggio gli amici erano sul prato del parco come se non fossimo mai partiti, che è ancora meglio del darsi appuntamento.
E la sera lo sposo mi ha salutata con: Penso che qui tu conosca più persone di me!
Ho pensato scherzasse, invece no.
Ho trovato colleghi, compagni di scuola, di università, di vacanze, di vita.
Sono stata salutata come la moglie di, ma anche come la mamma di, il che mi è piaciuto un sacco.
Ho bevuto più cocktail di quanti avrei dovuto. Ballato meno di quanto avrei voluto.
Ma la domenica ero in piedi alle sette, con un gran mal di testa come compagno.
Ma questa storia ve la racconto domani.
Oggi festeggio il coraggio di essere felici, e la primavera in arrivo.