h. 15,45 una vocina al telefono.
-Bonjour Madame, è la mamma di T?
– Buongiorno a te, sì, sono la sua mamma, cosa posso fare per te?
– Io sono un compagno della nuova classe di T e volevo chiederle se posso giocare con lui, ma non nella realtà…nella…
– Nella tablette?
-Sì, sì, nella tablette!
-E come ti chiami, compagno di T?
-Mi chiamo L.
-Senti L, T non è ancora arrivato da scuola, lo sto aspettando, ma tu dove abiti? Immagino vicino alla scuola.
-Sì, sì abito vicino alla scuola.
-Allora senti, T. oggi non può perché ha l’allenamento di calcio, ma appena arriva gli dico che hai chiamato e magari vi mettete d’accordo per domani, ma a te non andrebbe di giocare con lui anche nella realtà?
-Sì, sì!
-Allora cosa ne dici se appena arriva io gliene parlo, intanto tu lo dici alla tua mamma, poi domani a scuola ve lo confermate e magari vieni a giocare da noi e io faccio anche una torta al cioccolato? Se proprio volete potete giocare un po’ con la tablette, ma magari nella realtà vi vengono in mente altri giochi, che dici?
– Sì, sì, grazie mille Madame!
h. 15,50
-Ciao mamma! Oggi a scuola ci hanno dato la catena telefonica!
-Eh già, lo so bene, ha chiamato il tuo amico L.!
-Ah, sì lo so, sai che se nel videogioco accettiamo l’amicizia poi possiamo giocare insieme la partita?
-Già lo so, ma tu non accetti amicizie di chi non conosci vero?
-Ma noo, mamma! A scuola ce l’hanno spiegato benissimo e poi anche mio fratello mi ha detto che non devo parlare mai con nessuno nel gioco e non dare mai informazioni su di me! Per questo L. ti ha telefonato.
-Perfetto, ma io lo avrei invitato a giocare con te nella realtà se sei d’accordo.
-Sì, dai, bello!
-Bene allora domani faccio la torta al cioccolato, nella realtà.